Oltre 630 milioni di ore di cassa integrazione. È questo il monte ore raggiunto complessivamente durante il 2015. Un dato che conferma come questo strumento rimanga uno scudo importante per evitare il passaggio alla disoccupazione. Sono stati infatti 339mila i lavoratori salvaguardati dalla cassa integrazione. E non può non preoccupare che gli ultimi interventi legislativi, Jobs Act innanzitutto, l’abbiano significativamente indebolita. Con oltre 52 milioni di ore autorizzate a novembre (-18,8% rispetto al mese precedente), il monte ore raggiunto complessivamente negli 11 mesi del 2015 è di circa 635 milioni di ore di cassa integrazione (-34,1% rispetto allo stesso periodo del 2014).
Il dato è però fortemente condizionato dal consistente fermo amministrativo per le autorizzazioni della cassa integrazione ordinaria (come fa notare la stessa Inps) evidenziato dalla assenza di ore concesse in oltre 20 province, e dal rallentamento, ormai strutturale, dell’uso della cassa in deroga. In questo caso i motivi sono sia la scarsezza delle risorse a disposizione delle Regioni sia i vincoli, fortemente riduttivi, che hanno fissato il tetto massimo di utilizzo a 5 mesi.
Significativo a questo proposito l’intervento del segretario confederale Uil, Guglielmo Loy: “E’ per questo che il nostro osservatorio ha monitorato con attenzione la cassa straordinaria, unico dato veritiero dal punto di vista socio-economico. La sostanziale tenuta del numero delle ore autorizzate (oltre 37 milioni e 4° mese dell’anno nella classifica) non può non preoccupare in quanto, per le caratteristiche di questo strumento di protezione sociale, sembra mantenersi alto il numero di imprese che sono costrette a dolorosi processi di ristrutturazione. In sostanza il sistema produttivo sembra un puzzle in cui convivono settori in (leggera) ripresa con altri in cui la crisi è ancora profonda”.
I dati di novembre consegnano una flessione di ore autorizzate sia nelle 3 macro aree (con la maggiore flessione nel Mezzogiorno -35,8%; seguito dal Centro -25,6%; Nord -8,5%) che nelle 3 gestioni (-51% Cig ordinaria; -38,7% Cig deroga; -0,2% Cig straordinaria). In valori assoluti, con le sue 37,7 milioni di ore richieste, il 72% delle ore di cassa integrazione, è la Cig straordinaria ad assorbite circa i ¾ delle ore di cassa integrazione di novembre. Aumenti si registrano, viceversa, in 5 regioni (Puglia, Sardegna, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto), nelle 2 Province Autonome di Bolzano e Trento ed in 41 province (a Vercelli il maggior incremento). Variazioni congiunturali al ribasso in tutti i principali settori produttivi (la diminuzione più forte di ore autorizzate nel commercio con una contrazione del 40,7% di ore autorizzate). In valori assoluti permane l’industria il settore con il maggior numero di ore autorizzate (39,4 milioni di ore).
Dal cumulo di ore richieste tra gennaio e novembre dello scorso anno su un totale di circa 635 milioni di ore di cassa integrazione richieste dalle aziende, il 58,5% di ore è stato assorbito dalla cassa integrazione straordinaria. A questa segue la cassa integrazione ordinaria con oltre 172 milioni di ore, e la deroga con circa 91 milioni di ore. I tre tipi di intervento hanno subito una flessione rispetto allo stesso periodo del 2014: in misura maggiore la Cig in deroga con -55,4%, seguita dalla Cig straordinaria (-29,4%) e dalla Cig ordinaria (-26,1%). Omogeneo nelle 3 macro area il decremento di ore: 34%. “In tutte le Regioni – conclude Loy – sono scese le ore di cassa integrazione richieste con l’unica eccezione della Provincia Autonoma di Trento in cui si è registrato il lievissimo aumento dello 0,1%”.