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Talete, è un bilancio… all’arsenico

Il nuovo cda ha limato le perdite a poco più di 21mila euro, ma la situazione resta difficile

Mauro Mazzola presiede l'assemblea dei soci Talete

Mauro Mazzola presiede l’assemblea dei soci Talete

E’ il giorno di Talete. Uno dei tanti. si direbbe. Non è esattamente così perché i soci (i comuni della Tuscia e qualcuno della provincia di Roma che nel corso degli anni hanno aderito alla scoietà che gestisce il servizio idrico integrato) sono chiamati ad approvare il bilancio 2014, approntato dal nuovo consiglio d’amministrazione, dopo che quello presentato dal precedente cda era stato giudicato “irricevibile”. Per il semplice fatto che precedeva perdite per 4,3 milioni di euro: somma evidentemente non sopportabile da parte delle amministrazioni locali. Il nuovo documento contabile, anticipato da Viterbopost qualche settimana fa,  è notevolmente più digeribile poiché lima le perdite a 21mila euro e spiccioli. Cifra più che accettabile e dunque non è difficile prevedere che i lavori possano procedere in maniera abbastanza spedita.

Come sia stato possibile passare da un buco milionario ad una somma praticamente alla portata di tutte le tasche, sarà spiegato nelle relazione letta dal presidente Salvatore Parlato (completano la triade dirigenziale la vice Giovanna Marini e il consigliere Giampaolo De Paulis). Per sommi capi, il lavoro di snellimento o meglio di drastico ridimensionamento è stato possibile innanzitutto grazie ad interventi sui crediti vantati dalla società: ad esempio, è stato inserita come attivo una somma di circa 900mila euro che il Comune di Viterbo deve a Talete. Un credito che, secondo l’attuale legislazione, deve essere certo e esigibile e dunque l’amministrazione Michelini (ammesso che l’esperienza non cessi bruscamente) dovrà metter mano al portafoglio e versare in tempi abbastanza brevi la somma nelle casse della società di via Romiti. Oddio, l’onere rimarrà anche se ad occuparsi di Palazzo dei Priori sarà nei prossimi mesi un commissario. Un’altra consistente sforbiciata è avvenuta attraverso una rivisitazione certosina dei costi delle manutenzioni ordinarie e straordinarie. E ancora, è stata utilizzata la leva degli incassi futuri della società. L’unione di tutte queste voci ha permesso di portare il passivo a livelli praticamente nulli.

I problemi, comunque, non si sono affatto esauriti, né si esauriranno con l’approvazione del bilancio. E’ degli ultimi giorni la notizia che il Comune di Nepi ha iniziato un’azione di recupero nei confronti di Talete, come pure vanno messe in conto possibili prese di posizione da parte dei creditori che già in passato, come si ricorderà, attraverso il blocco dei conti correnti avevano di fatto bloccato l’operatività dell’azienda, con conseguenti ritardi nell’erogazione delle spettanze ai dipendenti.

Un'ala del dearsenificatore di Monte Jugo

Un’ala del dearsenificatore di Monte Jugo

Ma nel 2016, su Talete graverà un’ulteriore incombenza: la gestione dei dearsenificatori. La Regione, infatti, da lunedì prossimo intende affidare la manutenzione ordinaria e straordinaria degli impianti alla società viterbese, stanziando alla bisogna 15 milioni di euro per il triennio 2016 – 2018. Il fatto è che, da quanto trapela, Talete non sarebbe in grado di espletare questo servizio, tanto che lo stesso presidente Parlato avrebbe scritto ai competenti uffici regionali, segnalando la sostanziale impossibilità da parte dell’azienda di prendere in carico immediatamente il servizio, con la richiesta aggiuntiva di spostare l’avvio di qualche mese (si parla di un semestre). Visto che si tratta di un problema impellente, è possibile che di questo si discuta preliminarmente nell’assemblea Ato (del quale fanno parte tutti i Comuni della Tuscia, anche quelli che non posseggono quote in Talete) e che quindi l’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio possa slittare. Si vedrà stamattina nella riunione convocata nella Sala Consiglio di Palazzo Gentili.

Infine, last but not least, resta tutta da definire la vicenda relativa agli Ambiti territoriali ottimali (Ato), cioè le zone in cui è suddiviso il territorio regionale per la gestione del servizio idrico. Attualmente sono 5, uno per provincia. Sembrava che la Pisana dovesse decidere già nel corso del 2015; in realtà la questione è rimasta in sospeso e non si sa che cosa succederà. Anche da queste decisioni passerà il futuro di Talete, la cui situazione economico – finanziaria non può certo definirsi rosea, né tanto meno risolta, nonostante il bilancio ridisegnato.

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