20042024Headline:

“Terra di Tuscia, ora ti manca la laurea”

Il bilancio del coach Umberto Fanciullo fra rimpianti (pochi) e tante soddisfazioni

Coach Umberto Fanciullo

Coach Umberto Fanciullo

Coach Umberto Fanciullo, serve davvero questa sosta?

“Dipende”.

Si spieghi.

“Da un lato, dà la possibilità di riposare un po’ soprattutto mentalmente. Comunque, la squadra sta facendo un lavoro duro, con ripetuti richiami di preparazione”.

Dall’altro?

“La voglia di tornare subito sul campo è tanta. Personalmente, starei sempre sul parquet”.

Intanto, si può fare un bilancio dopo un girone e una partita giocati.

“Facciamolo”.

Forse è meglio se lo fa l’allenatore della Terra di Tuscia.

“Siamo dove meritiamo di essere”.

Qualche particolare in più…

“Allora, fra le compagini che fanno giocare i giovani, come noi, siamo primi: tutte le altre ci stanno dietro. Ci stanno davanti quelle squadre che hanno almeno 5-6 over. Non è una differenza da poco”.

La Stella Azzurra è stata costruita sugli under: questo si sapeva da agosto.

“Infatti e non me ne lamento. Anzi sono contentissimo di quello che abbiamo fatto”.

Otto partite vinte e altrettante perse: il primo giorno di raduno chi non avrebbe firmato per un cammino del genere...

Umberto Fanciullo, prima stagione da capo allenatore

Umberto Fanciullo, prima stagione da capo allenatore

“Io sicuramente sì. Ecco perché mi ritengo assolutamente contento”.

L’aspetto che la soddisfa di più?

“Aver creato un gruppo. Nel quale ognuno fa quello che sa”.

Si dice: tutte sono squadre, poche sono un gruppo.

“Condivido totalmente. Noi apparteniamo alla seconda categoria ed è magnifico che sia così”.

Che cosa significa realmente?

“Che possiamo permetterci tutti, io per primo, una parola in più senza che questo provochi conseguenze di alcun genere”.

Ne sa qualcosa la tavoletta degli schemi che spesso vola da una parte all’altra della panchina…

“E’ vero. E mi scuso anche per qualche esagerazione verbale. Ma io sono fatto così: se non esprimo, talvolta pure in modo eccessivamente colorito, i miei sentimenti e tengo tutto dentro, è peggio. Perdo lucidità e non riesco a vedere quello che c’è da fare”.

E magari certe sfuriate servono a scuotere la squadra.

“Credo di sì. I ragazzi sanno che il rimprovero fa parte del mio carattere e anche del mio ruolo. Ma finisce lì: dopo 30 secondi è tutto passato”.

Si poteva fare qualcosa in più?

“Non lo so. Certo, la partita di Catanzaro mi sta ancora sullo stomaco. L’avevamo rimessa in piedi e potevamo sinceramente portarla via, come era accaduto in precedenza a Empoli”.

Quindi?

“Con i se e con i ma, non si va da nessuna parte. Abbiamo i punti che meritiamo”.

Cambiano gli obiettivi a questo punto?

“L’obiettivo era e resta la permanenza senza particolari problemi. Quindi siamo in linea con le premesse”.

In verità, il presidente Ricci nel primo giorno di raduno aveva indicato il traguardo dei 30 punti.

“Lo ricordo perfettamente. Allora sembrava un sogno, oggi molto meno”.

Quanto è raggiungibile quella soglia?

“Dipende da noi, solo da noi”.

Gli assistenti Ugo Cardoni e Valerio Balestrino, a destra il capo allenatore Umberto Fanciullo

Gli assistenti Ugo Cardoni e Valerio Balestrino, a destra Fanciullo

Risposta scontata.

“Mica tanto. Per esempio, in questa ottica la partita di Fondi è fondamentale. Vincere lì significa prendere consapevolezza nei proprio mezzi”.

C’è la sensazione che la Stella Azzurra abbia perso un po’ di certezze: quello che riusciva perfettamente ad inizio campionato, adesso diventa tremendamente più difficile.

“Concordo parzialmente, nel senso che cinque sconfitte consecutive anche se contro squadre oggettivamente superiori a noi, si fanno sentire nella testa”.

I play off restano un miraggio, allora?

“Se il campionato finisse oggi, noi saremmo fuori: questo dice la classifica. Davanti abbiamo 9 squadre e tre di queste ci stanno sopra di due punti. Questo significa che basta davvero poco per rompere gli equilibri, in un senso o nell’altro”.

Rapida sintesi dopo aver visto all’opera tutte le avversarie.

“Le prime 6 (Eurobasket, Napoli, Palermo, Palestrina, Scafati e Cassino) sono superiori a noi, anche se pare che Palermo stia smobilitando. Poi c’è una fascia centrale di compagini che più o meno si equivalgono. Noi stiamo in quella categoria”.

Quindi?

“Il nostro salto di qualità passa dalle trasferte con Luiss, Stella Azzurra Roma, Fondi, tanto per fare qualche nome. Finora siamo stati bravi a prendere il diploma: per la laurea, lo dobbiamo essere ancora di più”.

Time out in casa Terra di Tuscia: è il momento delle sfuriate...

Time out in casa Terra di Tuscia: è il momento delle sfuriate…

Rimpianti particolari?

“Di Catanzaro ho già detto, ma io penso alla gara di Cassino. Li abbiamo messi in difficoltà e con un po’ di esperienza in più l’avremmo portata via. Acqua passata, pensiamo alla prossima. Che è poi quello che dico sempre ai ragazzi: i festeggiamenti per una vittoria (o anche le recriminazioni per una sconfitta) finiscono alle 20,30 della domenica. Alle 20,31 si pensa già alla successiva”.

Qual è il giocatore che è cresciuto di più in questi mesi?

“Tutti, per un verso o per un altro sono migliorati”.

Un nome, coach.

“Complessivamente direi Rovere che ha saputo accettare il fatto di non partire in quintetto e che, appena entra, dà un contributo importante”.

Poi?

“Sul piano tattico Peroni, su quello tecnico Cianci”.

E magari se arrivasse qualcuno…

“Con la società i confronti sono continui e leali. Vedremo quello che si potrà fare”.

Un desiderio?

“I dirigenti lo sanno: se arriva un ulteriore cambio per i lunghi, sarebbe una buona cosa. Altrimenti va benissimo così”.

Che cosa si sente di rimproverare ai suoi?

“Non sappiamo reagire quando gli avversari ci mettono le mani addosso. Ci manca quello che gli argentini chiamano garra. Il fatto è che sono bravi ragazzi. Anche troppo”.

Altro?

“Di errori ne facciamo tantissimi ogni partita, Ma se sbagliamo 10 volte contro Scafati, anche avanti di 14, ci puniscono 7-8 volte e perdiamo. Contro Isernia ce lo possiamo permettere, perché le punizioni hanno conseguenze molto meno gravi. E c’è anche altro”.

Cioè?

“Adesso giochiamo bene due quarti, così così uno e male l’altro. Dobbiamo arrivare a giocar bene 3 quarti. Questo è il prossimo obiettivo”.

Ma vuole spiegare una volta per sempre la mitica zona “22” che ha inventato?

La Terra di Tuscia shierata a bordo piscine nel giorno della presentazione ufficiale

La Terra di Tuscia shierata a bordo piscine nel giorno della presentazione ufficiale

“Nel basket è stato già inventato tutto… Ho messo insieme quello che faceva un allenatore slavo e un po’ di idee mie. E’ una zona 1-1-2-1 che copre tutto il campo. Se la facciamo bene, otteniamo grandi risultati, come accaduto a Empoli o a Catanzaro. Adesso, oltre che un passaggio tattico rappresenta una svolta psicologica perché è un sistema che dà sicurezza a tutti”.

In sintesi, quanto è soddisfatto?

“Completamente. La Terra di Tuscia riesce ad esprimere il mio basket: per un allenatore questo è fondamentale”.

Ma c’è sempre la questione palazzetto.

“Non è facile allenarsi sempre al freddo. Non è un caso che negli anni scorsi il calo, sia con Pasqualini che con Cipriani, sia avvenuto sempre nei mesi invernali. In questo periodo, insomma”.

Coach, sabato si va a Fondi…

“E’ il nostro esame di laurea. Vinciamo lì e la nostra stagione cambia prospettive”.

In bocca al lupo, Umberto Fanciullo.

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