Martina Minchella, delegata alle politiche sanitarie del Comune di Viterbo, ha scritto una lettera aperta al direttore generale della Asl di Viterbo Daniela Donetti, che pubblichiamo integralmente:
Gentile dottoressa Donetti,
le scrivo prima ancora che come delegata alle politiche sanitarie, da cittadina, sapendo di trovare in lei un interlocutore attento alle esigenze ed ai diritti dei cittadini che vivono nel territorio della Asl che lei dirige. In questi giorni è tornato ad essere evidente il problema annoso, mai risolto, nonostante speciali equipe di cui la Asl di Viterbo si è fornita, delle liste d’attesa. Abbiamo letto in questi giorni che non vengono garantiti i controlli per i follow-up per i malati oncologici e che le liste d’attesa per mammografie ed ecografie sono chiuse, così come le risonanze magnetiche alle grandi articolazioni.
So bene che le liste d’attesa non si potranno mai abbattere completamente e che questo problema è un fenomeno che sicuramente si è cronicizzato nel tempo, ma credo anche che sia una problematica che vada governata e che le istituzioni, Regione Lazio e Asl devono monitorare per mettere in campo strumenti che possano contenere e poi arginare il problema delle liste d’attesa. Appurato che per poter incrementare le prestazioni un elemento da cui non si può prescindere è la disponibilità di risorse umane e quindi la necessità di assunzione di personale un tema questo che va affrontato nella sua complessità e che non può essere certo liquidato in tre parole), mi sorgono spontanee delle domande, non soltanto per comprendere più a fondo il problema, ma per cercare di offrire, senza presunzione, spunti di riflessione.
Abbiamo macchinari a sufficienza per poter garantire le prestazioni e, se sì, i nostri macchinari lavorano nel massimo delle loro potenzialità? Quante prestazioni e in che arco temporale riusciamo a garantire? I criteri di appropriatezza prescrittiva vengono rispettati? Possiamo sperare di fornire prestazioni che non siano erogate in intramoenia con costi sicuramente elevati per i cittadini? Possiamo pensare di allargare l’orario di erogazione delle prestazioni, pensando all’apertura anche serale e in questo momento di emergenza è possibile garantire le erogazioni anche il sabato e la domenica? Un servizio questo che coniugherebbe insieme l’abbattimento delle liste d’attesa e che permetterebbe a chi lavora di accedere alle prestazioni senza dover chiedere permessi o perdere ore di lavoro. Possiamo innovare la riorganizzazione dei servizi ambulatoriali così come Asl di altre regioni stanno facendo? Penso al progetto pilota partito in alcune Asl d’Italia in cui i servizi diagnostici vengono offerti anche nel week end. Siamo in grado di accettare nuove sfide per essere una Asl all’avanguardia per i nostri cittadini?
Martina Minchella
Delegata alle politiche sanitarie del Comune di Viterbo