23042024Headline:

Il volontariato si è preso il Comune

Marco Ciorba, presidente della Consulta: "Tutto il festival nella casa dei viterbesi"

Marco Ciorba, presidente del consiglio comunale, in piazza per la cena di solidarietà

Marco Ciorba, presidente del consiglio comunale, in piazza per la cena di solidarietà

Sempre detto e ribadito che loro, i volontari, sono persone serie. Coscienziose, si diceva un volta e si dice ancora oggi. Che piova o nevichi o che si stia a 40°; che sia Natale o Ferragosto; di giorno o in piena notte, loro sono sempre lì, pronti ad intervenire, a dare una mano, ad aiutare. Perché i bisogni, le necessità, le urgenze (soprattutto di chi è svantaggiato in qualunque senso) non vanno mai in ferie e non conoscono festività o orari. E allora che c’è di strano (o di male) se il variegato e popoloso mondo del volontariato viterbese si “prende” per qualche giorno Palazzo dei Priori? Nulla, assolutamente nulla.

“Qualcuno, scherzosamente, ci ha detto: vi siete presi il Comune. E’ vero, ma in senso buono e positivo. Della Consulta cittadina fanno parte proprio tutti, senza distinzioni di alcun genere. E allora perché non tenere lì, nella casa di ogni viterbese, il nostro festival?”. Parole e musica di Marco Ciorba, presidente appunto della Consulta del volontariato, che ieri mattina ha riunito a Palazzo di città (naturalmente) i rappresentanti delle associazioni (circa 150) che daranno vita all’ormai prossimo Festival (dal 6 all’8 maggio, con inaugurazione giovedì 5) “la seconda manifestazione del genere in Italia, dopo quella nazionale che si tiene a Lucca”.

Una riunione organizzativa per mettere a punto la scaletta, come al solito densa e ricca di eventi. “Innanzitutto – sempre Ciorba – abbiamo pensato di unificare alcune richieste di stand: non ci sarebbe stata materialmente la possibilità di concedere spazi ad ogni richiedente. Così abbiamo dovuto accorpare, mettendo insieme associazioni che si occupano più o meno delle stesse problematiche. Gli stand saranno tutti all’interno di Palazzo dei Priori, sotto il porticato del giardino”. “La novità di quest’anno – aggiunge il presidente della Consulta – è che per i convegni e i vari appuntamenti saranno utilizzate aree interne al nostro palazzo comunale: la Sala Regia, la Sala della Carrozza e, per la prima volta, la Sala della Cappella, uno splendido ambiente, piuttosto raccolto, che la stragrande maggioranza dei viterbesi non conosce. Ecco, sarà anche l’occasione per scoprire una stanza che di solito è chiusa e non utilizzabile. Far conoscere le nostre bellezze, anche quelle nascoste, deve rientrare nella nostra mission”.

La locandina dell'evento dell'anno scorso

La locandina dell’evento dell’anno scorso

Un’altra novità sarà la partecipazione dei volontari dell’archeologia. “Si tratta di persone – spiega Marco Ciorba – che non solo si occupano materialmente di scavi, ma che si impegnano a rendere fruibili le aree archeologiche anche per chi ha problemi di handicap. Peraltro, posso anticipare che sta andando avanti il progetto nazionale di archeologia tattile, sostenuto dall’Unione italiana ciechi e ipovedenti. Consiste nel costruire modellini di importanti monumenti che così potranno essere ammirati col tatto anche da chi ha perso il dono della vista”.

Intanto si sta mettendo a punto il nome della madrina del Festival (“Non ci interessa il personaggio, ma la persona che dia qualcosa nel campo del volontariato, come fu l’anno scorso Annalisa Minetti”). Il momento clou sarà la cena di sabato 7 maggio in piazza del Plebiscito, seguita la mattina successiva dall’imponente manifestazione de “La città a colori”. “L’anno scorso – conclude Ciorba – ci furono un migliaio di partecipanti. Contiamo di ripetere l’exploit, anzi siamo certi che con maggiori spazi, il numero dei commensali sarebbe ancora maggiore”.

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