25042024Headline:

La crisi in Comune non è affatto finita

Salta il consiglio comunale sulla decadenza di Moltoni. Assenti i soliti 6 consiglieri Pd...

Minoranza in aula, compreso Moltoni, ma non è ancora il momento dellappello

Minoranza in aula, compreso Moltoni, ma non è ancora il momento dell’appello

Ma non avevano detto che la crisi in Comune era risolta? Sì, lo avevano detto, ma evidentemente le cose non stavano esattamente così. E infatti alla prima occasione di reale verifica della ristabilita armonia in maggioranza, sono tornate a galla tutte le antiche (ed evidentemente mai sopite) questioni. Ieri, in Consiglio comunale, si doveva tra le altre cose discutere della procedura di decadenza di Francesco Moltoni, ex Oltre le mura, ora Gal insieme a Sergio Insogna. Cioè un consigliere che prima stava con Michelini e adesso è uno dei suoi più accaniti contestatori. La seduta è andata deserta: non si è raggiunto il numero legale sia al primo che al secondo appello. Perché? perché mancavano sette consiglieri di maggioranza: il civico Filippo Rossi e soprattutto ben 6 esponenti del Partito democratico. Esattamente quelli che hanno lasciato sulla graticola il sindaco per mesi, salvo poi rientrare (almeno ufficialmente) senza colpo ferire e senza conseguenze (almeno in apparenza).

Invece Troili (ma non è una novità), Frittelli, Mongiardo, Serra, Volpi e Cappetti (sì, è anche lui consigliere comunale, pur se non se ne ha traccia negli atti ufficiali) non si sono presentati. Unico presente della ex pattuglia di “irriducibili” Quintarelli che, essendo nel frattempo diventato capogruppo, riveste un incarico che gli impone certi comportamenti. Naturalmente la minoranza ha fatto il suo mestiere ed è uscita dall’aula al momento della “chiama”, fatta eccezione per il pentastellato Gianluca De Dominicis, da sempre favorevole a discutere il tema. Vale la pena ricordare che dalla prefettura era arrivata giorni fa una sollecitazione ad affrontare la questione Moltoni. Niente da fare, se ne riparlerà a breve. Perché questo è un argomento ineludibile: non affrontarlo significa anche esporsi a possibili conseguenze per omissione di atti d’ufficio. Si vedrà.

Marco Ciorba, presidente del consiglio comunale

Marco Ciorba, presidente del consiglio comunale

Intanto in un durissimo intervento, la consigliera Martina Minchella sottolinea che “con questo atteggiamento ostruzionistico e irresponsabile, tanto di una parte di maggioranza quanto della minoranza, ancora una volta si impedisce di far riscuotere all’ente un credito. Il dato evidente è uno soltanto ed è palese: la legge non è uguale per tutti. Mentre i cittadini pagano, la casta tutela sé stessa e fa sì che chi ha sbagliato non si assuma la propria responsabilità”. La Minchella ipotizza poi “qualche accordo trasversale fatto alla luce fioca di insoliti caminetti”. Non è dato sapere a cosa in particolare si riferisca, ma si sa invece per certo che l’eventuale uscita di Moltoni dall’aula di Sala d’Ercole, consentirebbe l’ingresso del primo dei non eletti di Oltre le mura: il giovane Mecozzi, segnalato come fedelissimo di Michelini. E questo evidentemente altererebbe gli equilibri in maggioranza. Faccenda che ai sei rimanenti irriducibili non va bene: meglio continuare a tenere sotto tiro sindaco, giunta e Pd di rito fioroniano. Magari, meglio approvare prima il bilancio così da ottenere il più possibile in fase di spartizione di pani e di pesci (ammesso che di questi tempi ci sia qualcosa da spartire), ma un contributo qua e una mancia là alla fine si riescono sempre ad ottenere. Così vanno le cose nel capoluogo della Tuscia.

E se davvero così fosse, allora ha ragione Martina Minchella (“Chi oggi è attore in penombra, se è convinto di quanto sostiene, esca con coraggio ed esprima un voto contrario con dignità perché con questo atteggiamento si perde tutti”) e ha ragione FondAzione (“Chiudete la crisi con il solo modo serio di farlo: andate tutti a casa e cambiate mestiere, naturalmente dopo aver chiesto scusa alla città per come l’avete offesa e danneggiata”). Di tutto ha bisogno Viterbo, ma non di manfrine, sotterfugi, mezzucci e piccinerie.

 

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