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La Scuola di Atene e la “lezione” di Viterbo

Il dipinto di Raffaello usato dal Corriere della Sera. Pelliccia: "Lo abbiamo fatto 4 anni fa"

Il Consorzio Biblioteche in viale Trento

Il Consorzio Biblioteche in viale Trento

La Scuola di Atene di Raffaello: filosofi e matematici, letterati e geometri, fisici e alchimisti. Tutti insieme (appassionatamente) a discutere, a confrontarsi, a scambiarsi idee. Perché la conoscenza deriva sì dagli studi personali, ma anche dalla capacità di aprirsi alle altrui esperienze. Insomma, insieme si cresce. Ne parla sull’edizione di ieri del Corriere della Sera, Paolo Conti che partendo proprio dal celeberrimo dipinto di Raffaello, si sofferma sulle più che meritevoli intraprese del Fai (Fondo per l’ambiente italiano) che riesce a fare squadra  e a riportare a nuova luce monumenti, palazzi, ville storiche, opere d’arte e a concederli nuovamente alla pubblica fruizione. Discorso ineccepibile e tesi più che condivisibili. “Molto sommessamente, ma non senza un pizzico di orgoglio, mi permetto di far notare che proprio l’opera del maestro di Urbino è stata utilizzata quattro anni fa dal Consorzio Biblioteche come manifesto di quanto avevamo in animo di fare”. Ad intervenire è il commissario straordinario Paolo Pelliccia che fece stampare una trentina di copie di quel dipinto e le inviò nelle scuole di Viterbo e della Tuscia. “Evidentemente – aggiunge – anche la piccola e dimenticata provincia riesce ad essere protagonista e con qualche anno di anticipo. Mi fa piacere che un qualificato professionista come Paolo Conti utilizzi quel capolavoro per il suo ragionamento, ma noi con un pizzico di umiltà ci eravamo arrivati qualche tempo prima. Non è un merito o un vanto di primogenitura, intendiamoci, ma solo la segnalazione che anche qui nella minuscola Viterbo pensiamo e lavoriamo”.

Paolo Pelliccia, commissario straordinario del Consorzio Biblioteche

Paolo Pelliccia, commissario straordinario del Consorzio Biblioteche

Quella copie inviate agli istituti superiori rappresentarono il biglietto da visita del programma di Pelliccia, appena insediatosi alla guida del Consorzio. “Era – spiega il commissario straordinario – il segno tangibile della necessità di mettere insieme le forze, di unire le conoscenze e le esperienze: così siamo riusciti a superare i momenti difficili (che non sono finiti) e a far diventare le Biblioteche viterbesi protagoniste nel panorama culturale cittadino e provinciale. Riusciamo ad offrire un prodotto di assoluto valore culturale sempre gratuitamente e senza costi per l’ente. Sabato scorso, ad esempio, ci sono stati due eventi in contemporanea ed entrambi sono stati seguiti da un buon numero di appassionati. Conosco già l’obiezione che riguarda la particolarità di certi argomenti: è vero, non sono temi particolarmente popolari, ma io credo che sia doveroso da parte della Biblioteca proporre anche problematiche di elevato livello. E venerdì prossimo per Gli Speciali sarà a Viterbo una scrittrice come Serena Vitale, slavista di fama internazionale, che tutti ci invidiano: per la casa editrice Adelphi ha scritto un magnifico libro sul suicidio di Majakovskij che vale davvero la pena leggere. Così come sarà un piacere ascoltare l’autrice”.

Ma qual è il segreto (se c’è) per arrivare a certi risultati (che non sempre vengono adeguatamente considerati)? “Io credo – conclude Paolo Pelliccia – che l’unico segreto, se così si può dire, sia il lavoro e la collaborazione di tutti. Si possono avere la idee più belle e costruttive, ma se non c’è un coinvolgimento generale, non si potranno mai concretizzare. Penso al personale della biblioteca che non guarda agli orari e che offre il suo lavoro senza percepire un centesimo per gli straordinari. E’ grazie a loro che si possono tenere gli appuntamenti del sabato pomeriggio con i più importanti e innovativi architetti italiani o gli altri degli Speciali. E’ proprio l’insegnamento che ci viene dalla Scuola di Atene: tutti insieme si va avanti e si progredisce”.

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