28032024Headline:

Ma è legittimo anche non andare a votare

Riflessioni e considerazioni di varia umanità sorseggiando il caffè della domenica

trentarighe disegnoOggi i cittadini italiani sono a chiamati ad esprimersi sul referendum sbrigativamente definito “no triv”. A leggere la formulazione precisa del quesito (che sarà anche stampata sulla scheda elettorale) non si capisce onestamente nulla. Un insieme assurdo di norme, leggi e commi che, per la vostra salute, vi consigliamo vivamente di evitare. Non c’è da stupirsi visto che il Consiglio di Stato ha bocciato la formulazione delle norme sul canone Rai in bolletta perché scritte in modo incomprensibile. Nella sostanza, comunque, siamo chiamati a decidere l’abrogazione della norma che permette di estendere le concessioni per estrarre gas o petrolio da piattaforme offshore entro 12 miglia dalla costa fino all’esaurimento del giacimento.

Nelle scorse settimane, più che entrare nel merito del problema e quindi discutere di politiche energetiche, di risorse fossili e rinnovabili, di riscaldamento della Terra, si è preferito buttarla in caciara. Come sempre, del resto, in questa nostra Italia che sarà pure la patria del diritto, ma che è soprattutto quella del rovescio. Di fatto, molti hanno scelto l’occasione del referendum per cercare di dare una botta al governo e a Renzi. Che del resto non è che brilli per linearità e coerenza di comportamenti. Una sconfitta del premier che ha, più o meno esplicitamente, invitato a non andare a votare per impedire il raggiungimento del quorum (la metà più uno degli aventi diritto al voto), sarebbe per costoro un buon viatico in vista delle amministrative di giugno (nelle quali il Pd rischia di perdere importanti città a cominciare da Roma) e soprattutto del referendum autunnale sulle riforme costituzionali nel quale il presidente del Consiglio si gioca davvero tutto.

La polemica si è incentrata non sulla legittimità e opportunità delle estensioni delle concessioni per l’estrazione di idrocarburi (che è il vero tema sul tappeto), ma sul fatto che si debba o no andare a votare. Ci si è messo pure Napolitano (che farebbe bene a star zitto visto i danni che ha provocato all’Italia: tanto per dire, alla caduta di Berlusconi, invece di mandare gli italiani a votare ci propinò – peraltro con l’aiuto di quasi tutte le forze politiche – Monti e la relativa Fornero) a sostenere pubblicamente la legittimità di andare al mare invece di recarsi al seggio. Non c’è da scandalizzarsi: rientra nelle facoltà di ogni singolo cittadino votare (sì o no o bianca) o non farlo. E’ accaduto qualche giorno fa anche nella piccola Viterbo quando 7 consiglieri comunali hanno deciso di non partecipare all’assise di Palazzo dei Priori, rendendo nulla la seduta. Certo, si può discutere sull’opportunità di tale comportamento, ma in democrazia può accadere anche questo senza che ciò costituisca reato di chissà quale lesa maestà. Tutto, insomma, si gioca solo sulla percentuale dei votanti ed è sbagliato perché si evitano di approfondire discorsi molto concreti e fondamentali che riguardano tutti noi oggi e soprattutto domani.

Buona domenica.

Ps. A proposito del consiglio comunale dell’altro giorno, si sente dire che non è il caso di prendere decisioni perché tra un mesetto circa ci sarà la prima decisione sulla lite giudiziaria tra Comune di Viterbo e assicurazione. Domanda: se, come è pressoché certo, la parte soccombente ricorrerà in appello e poi eventualmente in Cassazione, bisognerà attendere anche gli altri gradi di giudizio e quindi aspettare anni? Così, tanto per capire…

Aribuona domenica.

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