Prosegue il cammino di FareRete 2.1. E prosegue all’insegna di un grande classico. Un paradiso dal quale prima o poi nella vita bisogna necessariamente passare.
Prima di parlare però della tappa, è bene magari ricordare cos’è e come si legge il progetto FareRete. Innanzitutto i promotori, che sono i ragazzi di Percorsi etruschi. Associazione con sede ad Acquapendente. Che si occupa di “accompagnamento”. Quindi si sta parlando di guide specializzate, che ridanno vita e lustro ai luoghi più particolari a cavallo tra Lazio e Toscana.
E arriviamo a FareRete (sul quale ha voluto mettere la faccia anche la Camera di Commercio). “È un laboratorio di progettazione condivisa di attività outdoor – spiega Elena Ronca, del gruppo – Per sperimentare direttamente le nostre proposte di attività sul territorio e progettare insieme offerte che rispondano alle esigenze di ospiti e operatori turistici”.
In sostanza: cari colleghi (ma anche albergatori), venite a vedere ciò che facciamo, se vi piace potete condividere con noi un tratto del vostro lavoro, una parentesi di vita, un momento, un altro progetto, e via discorrendo.
“L’idea è quella di far sperimentare direttamente a tutti gli operatori le attività – ancora lei – raccogliere informazioni, suggerimenti e proposte per migliorare o riprogettare in maniera condivisa”.
Quando si dice fare turismo, creare movimento, e in maniera tale che tutti crescano e partecipino.
E veniamo alla tappa. Domani (ore 11): “Storia e natura a Vulci”.
La bomboniera a due passi dal mare verrà visitata in tre modalità diverse: stavolta con le e-bike, straordinari strumenti turistici ecologici e eco-compatibili. Sempre più presenti nella vita di tutti i giorni. Utilissimi ad assecondare il fruitore in situazioni altrimenti difficili.
Seguiranno a Vulci mercoledì 27 aprile (ore 11) Porto Ercole. Il 12 maggio invece La sughereta dell’Argentario. Chiusura di nuovo a Vulci, il 25 maggio, con tanto di tubing.
“Gli incontri non hanno una limitazione geografica – chiude la Ronca – il loro obiettivo non è la visita ai luoghi specifici ma permettere agli operatori di conoscere le guide professioniste e la modalità di lavoro di Percorsi Etruschi perché possano offrire ai propri ospiti informazioni concrete”.