28032024Headline:

Studenti – ministro: confronto senza reticenze

La senatrice Roberta Pinotti incontra all'Aves 600 studenti delle scuole superiori

Il generale Bettelli, comandante dell'Aves, e il ministro della Difesa Roberta Pinotti

Il generale Bettelli, comandante dell’Aves, e il ministro della Difesa Roberta Pinotti

Il ministro della Difesa incontra gli alunni delle ultime classi degli istituti superiori della Tuscia. E’ una notizia, ragazzi. D’accordo, a Viterbo la presenza dei militari è abbastanza comune, vista la presenza di importanti strutture sia dell’Esercito che dell’Aeronautica, ma non è proprio usuale che il capo delle Forze Armate italiane arrivi e conversi piacevolmente con una platea di 600 giovani, accompagnati dagli insegnanti e dai rispettivi dirigenti scolastici. La senatrice Roberta Pinotti, prima ministra donna in questo settore, solllecitata dalla splendida Francesca Fialdini (che conduce quotidianamente Uno Mattina) si sofferma su tutti i temi di attualità e, se qualcosa sfugge all’intervistatrice, ci pensano, loro, i ragazzi, a sollecitare l’ospite.

C’è un autentico boato quando uno studente chiede perché i marò siano ancora detenuti in India: il tema evidentemente sta a cuore a tutti. La Pinotti non si sottrae, ma mette subito le cose a posto. “Intanto – chiarisce  – uno, Massimiliano Latorre, è in Italia, mentre Salvatore Girone è ancora in India”. Varrebbe la pena ricordare che Latorre è potuto rientrare perché colpito da un ictus: senza la malattia starebbe ancora lì, nell’ambasciata, insieme al suo commilitone. Ma queste sono particolari che non si ha la possibilità di chiarire. Resta una critica, garbata, a come fu affrontata inizialmente la vicenda. “All’epoca dei fatti – sottolinea – era in carica un altro governo e io cr3edo che la questione non fu subito affrontata secondo le leggi del diritto internazionale. I marò erano in missione e godevano della cosiddetta ‘immunità funzionale’. Davanti al Tribunale internazionale della navigazione, nell’udienza di qualche giorno fa, abbiamo sostenuto con vigore le nostre ragioni: i due militari sono soggetti alla giurisdizione italiana e quindi. se hanno commesso dei reati, vanno giudicati in Italia. Nei prossimi giorni ci sarà la sentenza e noi siamo molto fiduciosi di vedere riconosciute le nostre tesi”. Verrebbe anche da chiedere se una situazione del genere sarebbe stata tollerata da un altro Stato (Francia, Inghilterra, Germania…) con due soldati che, a distanza di 4 anni dall’evento, non hanno ancora ricevuto il capo di imputazione…

Altro argomento particolarmente sensibile è l’immigrazione. “Per anni l’Italia ha fatto tanto e da sola, ora per fortuna l’Europa ci dà una mano”, spiega la ministra. Ma il vero problema è: che si fa comn questi disperati? “Non è alzando muri che si risolve il problema – risponde -. Le nostre navi intervengono per salvare i migranti? Perché ci si meraviglia e si creano polemiche? E’ un dovere non solo delle navi militari ma di tutte le navi, anche quelle commerciali, intervenire quando c’è qualcuno in difficoltà in mare: è scritto nel codice internazionale della navigazione. In molti casi si tratta di disperati che fuggono dalla guerra, dalla carestia, dalla violenza: quelle persone hanno il diritto di essere accolte. Agli altri va data ugualmente accoglienza e poi, attraverso accordi bilaterali con i Paesi di provenienza, devono ritornare nelle loro terre. Questo è l’approccio giusto”.

Le autorità presenti allincontro

Le autorità presenti all’incontro

Si passa alla sicurezza nelle città, grandi e piccole, attraverso la cosiddetta operazione “Strade sicure”. “‘Sono impegnati circa 6400 militari e, se ce lo chiedono, potremmo arrivare anche a 10mila. Non stabiliamo noi dove e come utilizzarli, perché c’è un apposito organismo che si occupa di questo (il Casat, Centro analisi strategica anti terrorismo), ma posso solo dire che le forze armate contribuiscono alla sicurezza di tutti i cittadini. I nostri soldati hanno svolto un ottimo lavoro in occasione dell’Expo, e ugualmente stanno operando per il Giubileo. La nostra risposta ai terroristi non è vietare gli eventi, ma farli in sicurezza come è avvenuto finora. Così vinciamo contro chi vive di cultura di morte. Sono cauta nell’affermare queste cose, perché so bene che il terrorismo è subdolo e si può annidare dappertutto, ma posso affermare con certezza che abbiamo fatto e stiamo facendo tutto per garantire la tranquillità dei cittadini”.

Si passa ai temi internazionali: ancora in primo piano il terrorismo. “La mia idea – riprende la senatrice Pinotti – è che si debba intervenire con operazioni dirette contro l’Isis, ma si debba parallelamente  operare per spegnere i focolai delle crisi. Se la situazione si tranquillizza in Siria e in Libia, ad esempio, si potrà meglio contenere anche l’offensiva dei terroristi. Sono processi lunghi, lo so, ma la direzione giusta è questa”. E l’Europa che non riesce a parlare con una sola voce anche in campo militare? “L’esercito europeo è un’aspirazione legittima, ma siamo ancora lontani: lo dico chiaramente.In pratica, l’integrazione spesso avviene sul campo perché di fatto manca un quadro normativo internazionale. Direi che su questo noi italiani siamo bravissimi a mettere insieme le esigenze di tutti senza aspettare le decisioni della politica che sono decisamente più lente”.

Gran pienone per lincontro con la ministra Pinotti

Gran pienone per l’incontro con la ministra Pinotti

Il messaggio finale è che noi italiani, criticabili e criticati per tanti aspetti, siamo bravissimi quando siamo chiamati ad intervenire nelle missioni internazionali: “I nostri militari – sottolinea con vigore il ministro – non solo sono preparati come soldati, ma dovunque nel mondo siamo presenti con le nostre missioni, sappiamo farci apprezzare per la nostra umanità, per la capacità di dialogare con le autorità del posto e con i cittadini. Portiamo aiuti concreti e interveniamo per risolvere problemi d’ogni genere. Diciamo la verità: siamo davvero bravi”. Il generale Bettelli era stato ancor più esplicito nell’intervento di saluto, sostenendo che tutti noi “dobbiamo essere orgogliosi dei nostri soldati nel mondo”.

L’incontro volge al termine, il ministro riparte in elicottero verso Roma e i ragazzi rientrano nei loro istituti. Ce n’erano quasi 600 di 13 scuole superiori: Orioli, S. Rosa, Buratti, Ruffini, Paolo Savi, Leonardo da Vinci, Rousseau, Farnese di Caprarola, Dalla Chiesa di Montefiascone, Besta di Orte, Canonica di Vetralla – Tuscania, Agosti di Bagnoregio e Meucci di Ronciglione. E’ stata una giornata diversa e magari qualcuno/a si sarà anche innamorato di quella divisa che con tanto onore gli uomini dell’Aves indossano quotidiananente.

 

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