29032024Headline:

Tarquinia ha già aperto le porte a Cerealia

Al museo archeologico nazionale si è tenuto un primo assaggio del festival estivo

Etruschi e alimentazione

Etruschi e alimentazione

Fa caso sapere che prima degli etruschi l’Italia era una nazione-bosco. Senza agrumi (immaginate la Sicilia). Senza olivi (Lazio, Puglia e Toscana). Senza cereali (e qui il discorso vale un po’ per tutte le regioni).
Comunque. Fortuna che la curiosità degli etruschi dapprima, e volendo anche la brama dei romani, poi, portarono nello Stivale tutto ciò che oggi viviamo e vediamo come “normalità”, quando invece di normale ci sarebbe poco o nulla (pure il cipresso, per la cronaca, non è cosa nostra).
Divagazioni storico-permaculturali a parte, comunque, unendo i suddetti cereali ai suddetti etruschi, ecco “Cerealia. La festa dei cereali. Cecere e il Mediterraneo”. Festival, naturalmente dedicato ai cereali, promosso da M.Th.I e Archeoclub Roma. In scaletta dal 9 al 12 del giugno che verrà a breve.
E noi cosa ci entriamo? Spazio alle spiegazioni. Riaccoppiando quei due di prima, la seconda cosa che viene in mente è Tarquinia. Che parteciperà alla rassegna, con una serie di iniziative organizzate dal Comune, dall’Università Agraria, e ancora Soprintendenza archeologia Lazio ed Etruria meridionale, Arsial, Iis “Vincenzo Cardarelli”, Ipseoa di Montalto di Castro, associazione La Lestra e agriturismo Il Quadrifoglio.

Il museo nazionale di Tarquinia

Il museo nazionale di Tarquinia

Un primo assaggio a dirla tutta ci sarebbe già stato. Lo scorso 15 aprile, con la visita guidata (aperta a tutti e mattutina) al secondo piano del Museo locale archeologico nazionale. La dottoressa Petronilla Dionisi ha sviscerato ai presenti “la ricostruzione del paesaggio dell’antica città di Tarquinia, che rivela l’importanza dei cereali nell’alimentazione degli Etruschi”. Numerosi sono infatti i resti cerealicoli rinvenuti nel corso degli scavi, condotti dal 1980 nell’antico insediamento, sviluppatosi nel corso del X secolo a.C. su tre pianori: Pian di Civita, Pian della Regina e Poggio Cretoncini.
“I materiali provenienti dai vari contesti archeologici e gli affreschi funerari esposti testimoniano la pratica diffusa del rito del simposio e del banchetto – le sue parole – nel corso del quale si beveva vino, si mangiava carne dell’animale sacrificato, ma soprattutto si consumavano minestre, zuppe di cereali, legumi e verdure. Fin dall’antichità i cereali risultano quindi essere l’elemento fondamentale della dieta mediterranea”.
Seguiranno altri appuntamenti, che via via tenteremo di descrivervi. Se invece siete curiosi, sui siti preposti in rete troverete ogni cosa.

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