19042024Headline:

Al mio compleanno c’erano 80mila persone

L'Ente autonomo San Pellegrino in fiore traccia un bilancio della 30esima edizione

Una dedica in "verde"

Una dedica in “verde”

C’è un discorso in città che non si fa mai. Che riguarda l’aspetto turistico. O quantomeno l’ambizione a diventare città turistica. Parolona sentita pronunciare mille volte, e sistematicamente non tramutata in fatti.
Per essere turistica, una città deve prima di ogni altra cosa essere piacevole e godibile per chi ci abita. Nel senso: panchine, iniziative (anche piccole, ma frequenti), fontane e fontanelle, verde pubblico e pulito, parcheggi, servizi in generale. Tutte cose che (oggettivamente) a Viterbo mancano. O latitano. O, nella migliore delle, sono presenti a metà.
Sistemate queste, di cose, poi magari si può anche pensare alla cartellonistica, ai pacchetti mirati, alle macchine spedite e abbandonate ad Expo, ai turisti veri. Non a quelli casuali che, appunto, per casualità e non per programmazione, ultimamente si stanno affacciando. Tanto per vedere cosa ci sta nella morsa incassata tra la Roma caotica e la Toscana finta.
Detto ciò, torniamo pure agli intrattenimenti. Alle cose fatte per chi vive in loco. Per chi qui paga le tasse, e ha piacere di vederle reinvestite.
Si è appena chiusa la trentesima edizione di San Pellegrino in fiore. E si è chiusa col botto. Gli organizzatori contano addirittura 80mila visitatori, nonostante le condizioni metereologiche avverse. “Ben 22 invece i pullman di turisti”, sempre secondo loro. Attenzione però, pure chi viene in bus è da considerarsi visitatore. Poiché la notte torna a dormire nel suo lettuccio.
Ma procediamo. “Moltissimi i viterbesi che hanno tenuto fede a un appuntamento oramai parte integrante della storia e della tradizione – ancora l’Ente autonomo – e altrettanto numerosi i turisti, tra i quali si è rilevata la presenza dell’ambasciatore della Cina in Italia Tang Youjing, in visita privata”. Lei forse sì, è una turista. Difficilmente in grado di rincasare prima del tramonto. Gli altri invece no, e basta fare un giro di telefonate nelle strutture ricettive per conferma…

Armando Malè (coi baffi) nel giorno dell'inaugurazione

Armando Malè (coi baffi) nel giorno dell’inaugurazione

Interessante invece è il dato relativo alla comunicazione. Non perché possa dare un effettivo numero delle persone “acchiappate”, ma perché comunque tende (e con non troppi soldi investiti) ad esportare un marchio. “Oltre 150 mila visitatori (singoli accessi?, ndr) nei trenta giorni di promozione dell’evento, sul sito ufficiale – aggiungono – più di 60 mila invece le persone raggiunte e più di 80 mila i contenuti condivisi con la gestione della pagina Facebook”. Che va presa con le molle, da buon social, ma apporta di sicuro carne al fuoco e ad un prezzo ragionevole.
Piacevole, infine, è la piega “moderna” verso la quale ha virato la manifestazione. L’abbinata con gli eventi culturali di contorno, infatti, è un chiaro segnale di cambiamento. “Sono pienamente soddisfatto di come sono andate le cose – chiude il presidente dell’Ente autonomo organizzatore, Armando Malè – Ho molto apprezzato anche l’allestimento florovivaistico. Credo che gli espositori abbiano trovato una formula perfettamente equilibrata, dove i fiori hanno esaltato le architetture cittadine senza soffocarle, confonderle, o snaturarle. Ne è derivata una cornice degna della bellezza della nostra città, all’insegna di uno stile raffinato ed elegante”.

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