29032024Headline:

Nell’anno dei cammini è tempo di interrogare

La deputata Alessandra Terrosi chiede lumi sulla Via Francigena, sul tratto viterbese

L'interrogazione della Terrosi

L’interrogazione della Terrosi

È l’anno dei Cammini, già. Siamo a maggio, già. Forse sarebbe il caso di accelerare, quindi. Di andare di corsa. Perché l’estate sta dietro l’angolo. E dei Cammini si è più parlato che altro.
Così, lo scorso fine settimana si è svolta tra Fidenza e Piacenza l’assemblea dell’Associazione europea delle Vie Francigene: tre giorni di sessioni tematiche, interventi dei territori e dei vari attori che in questi anni hanno collaborato allo sviluppo e contribuito alla conoscenza del percorso.
Cenni (tristemente) storici: tanto per dire, la Francigena parte da Canterbury e arriva fino a Roma. Le maggiori problematiche del tracciato, le solite, sono concentrate dall’uscita dalle Toscana e fino all’approdo in Capitale. Ergo: nel viterbese.
Torniamo al convegno. “Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo (Mibact, ndr), ha comunicato l’attivazione del Gruppo di coordinamento che dovrà occuparsi della definizione del dossier per la candidatura che individua le Vie Francigene tra i siti Unesco patrimonio dell’umanità”, dicono i vertici. Una manovra mirata a reperire fondi utili e per lo sviluppo, e per la ristrutturazione. Attraverso la Legge di stabilità 2016 e il Fondo di Sviluppo e Coesione 2014-2020. Finalizzati al raggiungimento su tutto il tracciato di standard minimi di qualità.

Il percorso italiano della via Francigena

Il percorso italiano della via Francigena

Ovvio che, in un contesto di questo tipo, si sia parlato anche della Tuscia. Attraverso l’interrogazione della deputata Alessandra Terrosi, che ha posto l’accento “sulla gestione e sulla necessità di valorizzazione del percorso, in particolare nel tratto stradale della via Cassia al confine tra Toscana e Lazio”. In sostanza, è ora di dare un senso (turistico, culturale, economico), a ciò che già molti anni addietro è stato definito come “grande itinerario culturale del Consiglio d’Europa”.
In particolare, nella interrogazione, si è sottolineata l’importanza dei tratti da mettere in sicurezza. Quelli nei quali occorre forte manutenzione, così da valorizzarli.
Insomma, la strada è molto lunga (per rimanere in tema). Ed i pellegrini, i camminanti, i curiosi, e gli operatori turistici dovranno aspettare ancora un pochino. Seppur qualcosa, come diceva quella, si è mosso. O almeno, si sta muovendo.

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