28032024Headline:

Non si può morire per il lavoro

Denuncia della Uil: "L'anno scorso più vittime e più incidenti: è inaccettabile"

Aumenta il numero delle vittime per infortuni sul lavoro

Aumenta il numero delle vittime per infortuni sul lavoro

“Quasi mille morti per lavoro nei primi 10 mesi del 2015. 155 morti in più rispetto al 2014. In un solo anno, in Italia i lavoratori vittime di infortunio mortale sono aumentati del 18,6%. E’ quanto emerge dai dati del sito internet dell’Inail. Una situazione che deve farci riflettere”. Giancarlo Turchetti, segretario generale della Uil di Viterbo, è un fiume in piena: “E’ un dato che ci fa davvero rabbia”.

“Tra gennaio e ottobre – prosegue Turchetti –  sono arrivate all’Inail denunce per 988 morti, contro le 833 dell’anno prima. 729 i morti sul posto di lavoro (101 in più rispetto all’anno precedente, +16,1%).  I morti in itinere, cioè per andare o tornare dal lavoro, sono stati 259. Nel 2014 erano 205. Nel primo trimestre di quest’anno, ci sono state invece più di dieci vittime alla settimana. 130, infatti, i decessi rilevati in occasione di lavoro tra gennaio e marzo (a cui si aggiungono altri 46 infortuni mortali avvenuti in itinere)”.

È la Lombardia a far rilevare il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (15), seguita da Piemonte (14), Emilia Romagna (13), Toscana (11), Puglia (10), Marche e Veneto (9), Campania (8), Lazio (7), Sardegna e Sicilia (6). Ai vertici della classifica provinciale nel primo trimestre 2016 troviamo Torino e Macerata con 5 morti bianche. Seguite da: Ferrara, Cuneo, Bologna, Bergamo e Cremona (4).

Il settore delle attività manifatturiere è quello in cui si conta il maggior numero di infortuni mortali (19, pari al 14,6% del totale dei casi di morte in occasione di lavoro). Al secondo posto le costruzioni con 16 vittime (12,3%). Gli stranieri morti sul lavoro tra gennaio e marzo 2016 sono 10 (11,4%) e le donne 8. La fascia d’età più colpita – che costituisce il 40% di tutte le morti rilevate in occasione di lavoro – è quella compresa tra i 45 e i 54 anni. Infine, il 40% degli infortuni mortali si è verificato nei primi due giorni della settimana.

Giancarlo Turchetti, segretario provinciale della Uil

Giancarlo Turchetti, segretario provinciale della Uil

“In Italia – prosegue Turchetti – si continua a morire di lavoro come se nulla fosse. Contemporaneamente si smantella lo stato sociale, vengono tagliati i finanziamenti per gli ammortizzatori sociali e i fondi per i patronati con il chiaro intento di colpire le organizzazioni sindacali colpendo i più elementari diritti dei lavoratori. Non guardano più in faccia a nessuno. Un salto nel vuoto, con i lavoratori e le loro famiglie doppiamente vittime. Vittime della disoccupazione dovuta ad una crisi che non hanno provocato. In attesa di un lavoro dove poi si rischia di morire. Perché si lavora senza garanzie o con garanzie al ribasso. Oggi più che mai –conclude GiancarloTurchetti – dobbiamo combattere per la difesa dei diritti conquistati dai lavoratori e per la conquista di nuovi diritti”.

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