Giovanni Allevi, manichino di lusso
Nessuno sa come sia potuto succedere, ma è successo sul serio. Daje e daje, oltre alle cipolle che diventeno aje; qualcuno, lassù, si è accorto che esistiamo. E quel qualcuno si chiama Ovs (non dio, ma va bene lo stesso).
Normalmente dispiace un po’ di fare pubblicità quando si scrive, così vuol la logica giornalistica. In codesto caso però la marchetta è ben ricompensata. Pienamente ripagata in chiave turistico-territoriale.
È fico quando due settori si sposano. Quando si prendono un paio di cose apparentemente scollegate, si sovrappongono e si scopre che la simbiosi fa bene ad entrambe. È bello quando si va da Ovs, in via Garbini a Viterbo, e si comprende come la moda ha abbracciato l’arte, la storia, le origini di una terra tanto meravigliosa quanto tremenda come la Tuscia.
Veniamo alle spiegazioni. Alcuni capi del noto marchio, in una collezione “ad edizione limitata”, si ispirano prepotentemente al rosone della facciata della Basilica di San Pietro, a Tuscania. Quella che tutti conosciamo, perché ce l’avevamo sui libri delle scuole elementari. Ma quasi nessuno (o pochi) si sono degnati di andare a vederla di persona, superati gli 8 anni.
La collezione porta il nome di “Arts of Italy”: “progetto ideato per sensibilizzare alla tutela e alla valorizzazione delle bellezze artistiche del nostro paese, favorendo il dialogo tra arte e moda”, spiegano dalla regìa. E sempre loro, i creatori, vanno avanti così: “La decorazione circolare a tre livelli, che culmina al centro con l’elegante forma di un fiore a dodici petali, viene riletta e ripetuta all’infinito nella trama di pizzi macramé candidi per crop-top e abitini dalle maniche arricciate”.
Una sorta di viaggio nel tempo, perciò, voluto e ideato con convinzione da Davide Rampello. E promosso da una campagna che fa giganteggiare alcuni vip (più o meno famosi, più o meno vip, ma poco importa) sul sito internet Ovs e su determinate nonché selezionate vetrine.
Alessandro Preziosi, altro testimonial
Chiudiamo con un paio di considerazione che rendono un poco la portata della manovra. Scelgono Ovs, ogni santo anno ed in continua crescita, oltre 150milioni di persone (se solo la metà comprasse una di quelle magliette saremmo a galla). Se non bastasse poi, fuori dai confini dello Stivale il marchio gestisce più di 900 negozi (tra diretti e franchising). Quotata alla Borsa Italiana dal marzo 2015, infine, Ovs ha chiuso il 2015 con un fatturato pari a 1.319,5 milioni di euro, in crescita del 7,5% rispetto all’anno precedente.
Sviscerati questi quattro dati da commercialista, va rimarcato che la collezione sarà disponibile da oggi in rete (www.ovs.it) e da domani nei sopracitati store. Tra i quali quello di Viterbo, ovvio.
