28032024Headline:

“Colosseo vendesi”. E una bufala diventa vera

In Biblioteca l'ultimo romanzo di Marcello Sorgi, specchio dell'attuale informazione

Marcello Sorgi in Biblioteca per presentare il suo ultimo romanzo "Colosseo vendesi"

Marcello Sorgi in Biblioteca per presentare il suo ultimo romanzo “Colosseo vendesi”

Ieri pomeriggio, presso la sede della Biblioteca Consorziale di Viterbo, il giornalista e scrittore Marcello Sorgi ha presentato il suo ultimo libro, intitolato “Colosseo vendesi”. Alla presentazione hanno partecipato il commissario straordinario del Consorzio Paolo Pelliccia, il critico d’arte Claudio Strinati, la scrittrice Annarosa Mattei. A rivelarlo una fonte interna alla struttura bibliotecaria… Beh, questo sarebbe stato l’attacco dell’articolo di un giornale inglese, uno di quelli di qualità. Mica i tabloid che sbattono ogni giorno nella mitica terza pagina una fotona di una gran bella figliuola seminuda (che è un’idea sempre apprezzabile, peraltro). Ma perché ammorbare i 15 affezionati lettori di Viterbopost con un attacco del genere? No, non era il caso e quindi le scuse sono doverose e d’obbligo. Comunque la notizia è stata data: Marcello Sorgi a Viterbo per una puntata extra de Gli Speciali con un’opera che non t’aspetti da un professionista rigoroso e anche abbastanza serioso nei frequenti passaggi televisivi. E invece la possibile vendita del monumento simbolo di Roma per risanare i conti dello Stato è un godibilissimo romanzo, simbolo di quello che è diventata oggi l’informazione in Italia.

In estrema sintesi la trama: un economista dal nome che è tutto un programma, Ermanno Buio, scrive un articolo per un giornale che non naviga in buone acque ipotizzando la vendita dei monumenti celebri per dare una sistemata al debito pubblico. E’ solo un’ipotesi accademica, ma Dino Bricco (anche questo un nome evocativo…), direttore dello scalcinato quotidiano “Il Vento” ci mette le mani e trasforma una provocazione in una notizia. Che non è vera, che non ha alcun fondamento, ma che diventa in brevissimo tempo reale, scatenando reazioni incredibili anche a livello internazionale. C’è un arabo che lo vorrebbe comprare il Colosseo e portarselo via: prezzo fissato mille miliardi. Di euro, naturalmente. E così quasi la metà dell’attuale debito pubblico sarebbe sanata. Si scatenano sulla non notizia i giornali di tutto il mondo, c’è anche l’intervento del papa: insomma, una querelle a livello planetario basata sul niente. “In Italia – interviene l’autore – ormai funziona così da quando Berlusconi è sceso in campo ed è riuscito ad imporre la pubblicità anche nella politica. Per me ha governato malissimo, ma non gli si può non riconoscere una straordinaria abilità imprenditoriale. Comunque, da quel momento l’informazione si è trasformata ed è diventata soprattutto pubblicità”.

Il libro di Sorgi

Il libro di Sorgi

Il resto del discorso è sinfonia per chi, nel suo piccolo, da tempo porta avanti una personale battaglia contro la mancanza di professionalità che ormai caratterizza il giornalismo. “Oggi – continua Marcello Sorgi – si fa informazione soprattutto sui social network, dove tutti si sentono in dovere di intervenire, di criticare, di commentare. E’ ancora informazione questa? No, perché non c’è filtro, non c’è mediazione e il ruolo del giornalista non esiste più. Intanto, cominciamo a tornare alla notizia. Che significa individuare un fatto, verificarlo con le fonti e poi scriverlo”. Possibilmente in lingua italiana, ma questo Sorgi non lo ha detto dando per scontato una caratteristica che spesso scontata non è…

Il romanzo è ambientato nel 2017, praticamente domani. “Sì, vendere il Colosseo è una bufala colossale – riprende l’ex direttore del Tg1 – ma nel 1994 il ministro leghista Pagliarini lo aveva proposto per davvero: lo presero tutti per pazzo. E proprio in questi giorni si parla di cedere le carceri storiche: Regina Coeli, Poggioreale… E quindi non ci dobbiamo meravigliare di niente, anche di quello che oggi ci appare impossibile. ‘Il Vento’ diretto da Dino Bricco è il simbolo dell’informazione confusa di oggi. Il libro si muove sul filo dell’irrealtà, ma se un domani dovessero arrivare al governo forze populiste, proporrebbero soluzioni semplici, troppo semplici, per problemi seri e grossi, troppo seri e troppo grossi. Non credo che possa funzionare così. Non ho nulla contro i cinquestelle, ma vedo complicato che una giovane avvocatessa senza alcuna esperienza possa cimentarsi con l’amministrazione di una città complicatissima come Roma”.

La conclusione è comunque all’insegna dell’ottimismo. “Nonostante i giornali siano in crisi, il nostro giornalismo è molto migliorato. E, credetemi, non è una una difesa corporativa della mia categoria”. E comunque noi, in Italia, non ci sogneremmo mai di attaccare un articolo come fanno i giornali inglesi di qualità.

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