Come già alla Provincia di Viterbo, anche al Comune si presenta, secondo la recente normativa, il problema della dismissione di partecipazioni a società ritenute non “strategiche” per l’amministrazione. A parte il fatto che il tema sarebbe tutto da discutere (se non è strategico un nodo di scambio a pochi chilometri…) il punto è che essendo la società dell’Interporto a prevalente capitale pubblico, la cessione delle quote del Comune di Viterbo (mi sembra di ricordare un 9%) ad un privato cambierebbe la configurazione della società che diventerebbe a prevalente capitale privato. E’ questo che si vuole fare? Se l’Interporto creasse posti di lavoro, perché rinunciare a questa possibilità?
Forse non è chiaro che il trentennio di affidamento previsto per la società di gestione ha come termine la conclusione dei lavori. Ma se la società sta già gestendo e i lavori non sono ancora terminati, quando decorrono i 30 anni visto che non è ancora certo il termine di inizio? Si vende al valore nominale? Chi fa la perizia? E’ giusto privatizzare una infrastruttura sulla quale il pubblico ha già speso 12 milioni di euro? A quanto si dovrebbe vendere? Che ne sarà delle aree circostanti che hanno cambiato destinazione d’uso? Ed infine: se l’interporto passa in mano privata, gli Enti pubblici avranno ancora interesse ad investire soldi pubblici sul completamento?
Mi sembrano domande non da poco.
Laura Allegrini