19042024Headline:

Le terre della mafia tornano a rifiorire

In anteprima a Roma un docufilm sui campi confiscati alla criminalità

La presentazione del docufilm "Terre rosse" a Roma"

La presentazione del docufilm “Terre rosse” a Roma”

Giovani e anziani, col sudore che scende dai loro volti baciati dal sole, che lavarono insieme la terra, uniti da una passione e da un impegno civile che è senza tempo e travalica le generazioni. Un’arte antica quella dell’agricoltura, antica come l’uomo, antica anche come il potere, che è nato anche esso insieme all’uomo e che lo ha accompagnato per tutto il corso della sua esistenza.
Ed è un documentario che parla di terre, uomini e potere ”Terre rosse” di David Fratini. Cinquantadue minuti che raccontano la storia di quei piccoli pezzetti d’Italia, piccoli chi qualche ettaro e chi qualcosa di più, che vengono sottratti ogni anno dallo Stato alle mafie per essere affidati in cura a giovani e anziani, tutti volontari, per ridare attraverso il lavoro dei campi la dignità a quelle terre che gli è stata scippata. Realizzato dalla casa editrice LiberEtà con la collaborazione dello Spi-Cgil, è andato in anteprima alla Casa del Jazz di Roma, bene anche esso sottratto alla mafia e diventato un simbolo di riscatto della Capitale. Tra i vari ospiti presenti, c’era anche Miranda Perinelli, segretaria dello Spi-Cgil di Civitavecchia-Roma Nord e Viterbo.
“Il docufilm sui campi confiscati alla mafia – dice la Perinelli – ci dimostra come questi luoghi un tempo in mano alla malavita ora sono rinati perché coltivati da associazioni e da ragazzi. Ogni anno assistiamo anche a uno scambio tra generazioni, con giovani e anziani volontari dello Spi che attraverso il lavoro della terra si mettono in contatto fondendo esperienze e creando amicizie che sembravano impensabili. Questo dimostra che l’antimafia sociale è un buon veicolo per promuovere una cultura per una società sana e semina anticorpi a favore della legalità”. Alla fine della proiezione c’è stato poi un dibattito a cui hanno partecipato Paolo Borrometi, giornalista anti-mafia, il vice presidente del Senato Valeria Fedeli, Susanna Camusso, segretaria generale della Cgil e Ivan Pedretti dello Spi-Cgil. Nella provincia di Viterbo, ricordiamolo, sono stati 37 i beni confiscati alla mafia nel corso degli anni, di cui 4 sono aziende.

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