19032024Headline:

Catena di donazioni salva un viterbese

Il cross-over ha interessato 3 coppie di donatori-riceventi e 4 città

Multi-trapianto di rene salva un viterbese

Multi-trapianto di rene salva un viterbese

Una catena di donazioni di rene salva la vita ad un paziente 46enne originario di Viterbo e la moglie, una 42enne anch’essa di Viterbo, diventa una donatrice. L’uomo, dopo tre anni in lista d’attesa e sette di dialisi, ha finalmente ricevuto il rene. Il trapiantato effettuato da un’equipe di medici dell’azienda ospedaliera universitaria senese, ospedale Santa Maria alle Scotte, è avvenuto con successo.

Il cross-over di donazioni di rene, è partito da Milano martedì 5 luglio attraversando Pisa e Siena per terminare, il giorno successivo, a Bergamo. La catena iniziata quindi nel capoluogo lombardo dal secondo donatore in Italia detto ”samaritano”, cioè in vita, ha permesso a tre coppie di ricevere e poi donare a loro volta un rene. Questo effetto domino, che accade raramente, è possibile quando esiste una coppia donatore-ricevente non compatibile l’uno con l’altro, ma biologicamente compatibile con un’altra coppia in condizioni analoghe. Si incrociano così i ”partners” e si salvano vite.

L’ospedale di Siena ha ricevuto dalla polizia di Stato l’organo, destinato al 46enne di Viterbo, che era stato donato al centro trapianti di Pisa, in cui sono state eseguite inoltre due operazioni di trapianto e due di donazione. Dopo pochissime ore dall’arrivo, alle 19.18, il rene è stato finalmente trapiantato sull’uomo viterbese e, la mattina successiva, la moglie 42enne dell’uomo, salvato dal trapianto, ha iniziato il prelievo del rene che, alle 16.42, è arrivato a Bergamo per un altro trapianto.

Si è così conclusa la catena samaritana iniziata in Lombardia, durata soltanto 33 ore circa, che ha coinvolto il coordinamento nazionale (Cnt), il coordinamento operativo (Cnto) nella gestione delle procedure di prelievo e trapianto, la fondazione Irccs Ca’ Granda dell’ospedale maggiore policlinico di Milano, l’azienda ospedaliero-universitaria pisana e senese, l’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo. A coordinare tutta l’operazione di spostamento degli organi la polizia di Stato che si è occupata della sicurezza e del loro rapido trasporto tra una città e l’altra.

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