Omero lo chiamava il ”miele del cuore” perché, già lo sapevano gli antichi, un bicchiere di vino toglie via i pensieri e fa pure bene alla salute (un bicchiere eh, non tutta la damigiana). Omero però era greco e pare che dalle parti del Pelopponeso preferissero il vino annacquato, con un po’ di miele appunto, o con qualche infuso di erbe o resine. Ancora oggi, in Grecia, si può assaggiare la Retsina, bianco o rosato a seconda dei gusti, aromatizzato con la resina di pino d’Aleppo al mosto.
Duri e puri, invece, erano i loro cugini Etruschi che, dall’altra parte del Mediterraneo, preferivano il vino ”pretto”, cioè quello naturale, e da amanti della bevanda si portavano anche le anfore e i calici nelle loro tombe, caso mai si annoiassero e ci fosse bisogno di farsi un goccetto nell’aldilà, come testimoniano i reperti archeologici e le pitture di banchetti trovate nelle necropoli.
In onore di quell’antica e affascinante civiltà e in onore di quel liquido meraviglioso, dal 29 al 31 luglio a Tarquinia, città etrusca per l’appunto, si svolge ”DiVino Etrusco”. Arrivato alla sua decima edizione e realizzato dal Comune di Tarquinia con l’aiuto della Regione Lazio e la partnership di Provincia e Camera di Commercio di Viterbo, la kermesse sarà una tre giorni dedicata al buon bere, nello scenografico centro storico del paese.
Venti aziende vinicole presenti, sia di Tarquinia che della ”dodecapoli”, le antiche dodici città-stato che formavano la Lega Etrusca, che proporranno a tutti i visitatori i lori vini migliori in un percorso che si snoderà per le vie del centro, da Piazza Cavour a via Alberata Dante Alighieri e che troverà nel mezzo anche cene all’aperto, spettacoli, mostre, negozi aperti e street food.
”Con il DiVino Etrusco volgiamo offrire alle persone un’esperienza totalizzante –sottolinea Sandro Celli, assessore al turismo del Comune di Tarquinia – Da una parte offrendo la possibilità far conoscere il mondo del vino; dall’altra presentando la città nella sua veste migliore, quella di un centro dallo straordinario patrimonio storico e artistico capace di fare rete con le sue componenti istituzionali, associative ed economiche”.