25042024Headline:

Sulla spiaggia la lasagna non tira più

Sotto l'ombrellone trionfano cibi dietetici come insalatine e macedonie. Anche se...

Picnic in spiaggia

Picnic in spiaggia

“Mare, mare, mare. Quanta voglia di arrivare…”, e quest’anno sulla spiaggia basta di occupare metri e metri quadri con le mille borse termiche contenenti il pranzo di Natale. Tale barbara usanza tutta italiana (e perciò adottata appieno anche dai viterbesi ) di preparare a casa fastosi pasti da consumare in riva al mare, si sta pian piano perdendo. Non più lasagne, carbonare, parmigiane e polli arrosto quindi, talmente tanto calorici e pesanti da digerire che il bagno, se non si muore con la pancia gonfia sotto il sole, lo si può fare solamente dopo tre giorni. L’estate 2016 è all’insegna della dieta e del cibo sano e leggero, come rivela l’indagine della Coldiretti/Ixè. Bye bye, tovaglietta a quadri e fiasco di vino rosso.
Il nuovo menù del pranzo al sacco della calda stagione balneare propone allora (tristi) insalate, consumate da almeno 1 bagnante su 4, (modesta) macedonia, preferita dal 21%, caprese, dal 14%, e insalata in tre salse: riso, pollo o mare (dal 27%). “L’attenzione all’alimentazione – sottolinea Coldiretti – è diventata un obiettivo degli italiani anche in vacanza. Si cerca di limitare le trasgressioni ad occasioni particolari per mantenersi in forma”.
Ma gli “irriducibili” non sono del tutto scomparsi, sono in minoranza ma resistono, reggono ancora. Sulle spiaggia non mancano infatti quelle buone forchette che non rinunciano per nessun motivo a gustarsi gli ottimi piatti della tradizione italiana, e si dicono sorridendo: “Tanto oramai la pancia ce l’ho e poi chi se ne frega della dieta, mangiare è una delle tre cose più belle della vita”. Quindi stomaco pronto per il loro menù estivo ipercalorico: parmigiana, quotata all’8%, frittata, al 10%, lasagne e polpette al 4%. Caffè e ammazzacaffè non sono in lista, ma senza dubbio non mancheranno.

La frittata resiste, nonostante tutto

La frittata resiste, nonostante tutto

Il rapporto di Coldiretti, infine, oltre a rivelare un cambiamento nelle abitudini registra anche un’inversione di tendenza generale: “Si torna a mangiare fuori – chiusura – l’aumento, rispetto allo scorso anno, è pari al 13%”. E siccome la gente dello Stivale è fedele alle tradizioni anche quando va in vacanza (estero compreso); 3 persone su 4 (il 74%) chiedono di farsi portare a tavola prodotti tipici del luogo in cui si trovano. Uno zoccolo duro del 17% vuole invece la cucina di casa a cui è abituato e una minoranza del 7%, rappresentante la schiera dei “coraggiosi”, si sente a proprio agio con i piatti internazionali.

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