Trentamila visualizzazioni. Tremila like su Facebook. Ma, soprattutto, un botto di gente che dopo aver dato un inutile parere interattivo ha deciso di andare a testare di persona, e in costume, se quanto apparso in rete fosse bugìa o verità.
Signori, a Canino sono apparse dal nulla le terme. Cioè, sono apparse le Terme di Vulci. Un progetto partito sotto traccia, giunto al primo step, e destinato a rivoluzionare quella porzione di Maremma.
Per inquadrarla geograficamente, prima di scendere nel dettaglio, basta dire che l’area è più o meno equidistante da Canino, Ischia di Castro e Montalto di Castro. E quindi i papabili fruitori tecnicamente sarebbero coloro i quali vengono dal mare. Fermo poi restando che il lago di Bolsena sta a 15 minuti di macchina, per dire.
Ma scendiamo nel dettaglio. Tre i soci, il più “noto” è Flavio Tarantino del Cerrosughero (azienda agricola del paese). Ma occorre parlare di un trittico poliedrico che lavora ben amalgamato dal lontano 2008. Prima le dovute autorizzazioni, poi la variante urbanistica, ed infine la conferenza di servizi (2013). Successivamente la convenzione col Comune, e in meno di un anno il primo lotto è già operativo.
Quattro vasche. La prima “ferrosa”, le altre meno nel colore ma non nelle proprietà. Si passa dai 40 gradi ai 30, a seconda della distanza dai pozzi (e del piacere di ammollo). Prevalgono il cemento, le pietre locali, le forme sinuose ed il legno. Insomma, pare che ci siano sempre state lì le terme. Dinnanzi, poi, la natura più pura, il cosiddetto paesaggio agrodolce di zona; e dietro un piccolo ma fornito chiosco, spogliatoi uomini e donne, tavoli, gazebo.
“Per ora ci fermiamo qua – a parlare è l’altro socio, Lao Curzi (il terzo è Elia Federici) – ma le novità non saranno poche in futuro. Un passo alla volta”. E a guardare i prospetti che a pranzo girano tra i tavoli, ci si rende conto che le vasche sono sì il cuore del pacchetto, ma intorno vi crescerà un mondo. “Sala convegni, ristorante, albergo – ancora lui – club house, spa, centro benessere e un borghetto con 27 appartamenti. Tutto basso, al massimo un primo piano, materiali morbidi, poco invasivi. Tempo al tempo, però. Come dicevo poc’anzi”.
Passiamo al risvolto economico della faccenda. A naso, per chi di professione fa il ficcanaso, si percepisce un certo aspetto chic. Che, da prassi, mal si sposa con le esigenze dei comuni mortali. Arriva però la smentita. “Stiamo lavorando con ditte di qua – prosegue – prima di costruire strutture ricettive vorremmo anche convenzionarci con ristoranti, alberghi… E teniamo particolarmente a coinvolgere la popolazione circostante. Ecco perché proponiamo un abbonamento annuale, grazie al quale poi si entrerà con una scontistica enorme”.
Cos’altro dire. Le Terme di Vulci sono un qualcosa di ambizioso. Una risposta concreta alle tante (troppe) chiacchiere. Da questa settimana entreranno in funzione (tra sei mesi si parte col secondo lotto), non resta che cominciare a captare la risposta dei fruitori. Tanto dei locali, quanto dei turisti. Vedremo. Per il momento, buon viaggio (e buon bagno).