La loro storia è ancora ricca di misteri, ma gli etruschi, i padri della Tuscia, continuano a raccontare chi erano e come vivevano. E le loro antiche voci arrivano fino ai giorni nostri trasformate in oggetti di uso quotidiano e nelle magnifiche sepolture di Poggetto Mengarelli. Continuano infatti gli scavi e le straordinarie scoperte al Parco archeologico di Vulci. Pochi giorni fa, dalla terra composta di rocce vulcaniche, sono state rinvenute dagli addetti ai lavori altre ricche tombe dopo una serie di importanti ritrovamenti archeologici degli ultimi mesi, come la ormai famosa Tomba dello scarabeo d’oro.
Risalgono alla fine dell’VIII secolo a. C. le due sepolture scoperte in questi giorni sempre nella zona di Poggio Mengarelli, una a margine dell’area Nord e un’altra invece a Sud. Si tratta di tombe del tipo “a fossa” a forma rettangolare scavate nella roccia vulcanica, tipica del Viterbese, che contengono i resti di due etruschi probabilmente appartenenti ad un alto rango della società.
Gli studiosi della Fondazione Vulci, che si occupano da anni degli scavi, hanno ritrovato all’interno delle sepolture preziosi monili accanto a oggetti di uso quotidiano, oltre ai resti ossei degli inumati. Un tesoro che conta secoli e secoli di vita: una fibula del tipo a drago, un anellino e parti di un affibbiaglio, un’olla in impasto, una coppa-cratere in ceramica dipinta a motivi geometrici, un gruppo di forme aperte, come tre ciotole in impasto, due tazze in ceramica depurata (solo in un caso dipinta a bande orizzontali) e un kyathos in impasto bruno.
Accanto ai resti del corpo di un defunto, probabilmente di genere maschile, erano alcuni oggetti in metallo, come uno splendido rasoio semilunato in lamina di bronzo e da un’eccezionale punta di lancia in ferro decorata da una serie di anellini in bronzo, forse parte dell’impugnatura con un puntale (sauroter) sempre in ferro, una piccola ascia e una lama di coltello.
“Gli investimenti sul parco di Vulci – spiega il sindaco di Montalto di Castro, Sergio Caci – stanno portando i loro frutti. Grazie alle continue scoperte di questi anni stiamo infatti dando grande lustro all’intero territorio, a livello nazionale ed internazionale. Un ringraziamento speciale al presidente Carmelo Messina e a tutto il personale di Fondazione Vulci per l’ottimo lavoro che svolgono, costantemente, ogni giorno”.
Al Parco di Vulci una scoperta tira l’altra
Vengono alla luce a Poggetto Mengarelli due preziosi tombe di nobili etruschi
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