La Fiera di Rimini
Domanda più che lecita: se Viterbo aspira a diventare veramente una città turistica, come mai non partecipa (insieme a tutta la Tuscia, naturalmente) all’evento fieristico in corso di svolgimento a Rimini? Già, ma che cosa stanno combinando sulla riviera romagnola, oltre a preparare piadine e ad alimentare anche in un grigio autunno il divertimentificio serale e notturno? Basta andare sul sito della Fiera di Rimini (una struttura che lavora 365 giorni all’anno…) per scoprire che sono in pieno svolgimento “TTG, SIA GUEST e SUN: tre saloni che abbracciano complessivamente la filiera turistica. Il business, l’innovazione, le tendenze e l’alta formazione, oltre alle proposte degli gli attori leader del mercato, fanno delle tre giornate riminesi l’appuntamento imperdibile per ogni operatore del settore”. Imperdibile, dunque, per ogni operatore perché lì si fanno affari, si capisce come lavorano in zone per così dire “turisticamente evolute”, si conosce gente di ogni latitudine, si stringono alleanze e accordi e alla fine ci si guadagna tutti.
Beh, pare che la cosa da queste parti interessi pochissimo. Anzi, per niente. Alllora, la cosa va riportata per come è stata riferita, con tutte le cautele del caso. Un gruppo di ragazze viterbesi, l’altro giorno, ha visitato i padiglioni fieristici riminesi, non si sa se per lavoro o per diletto, ma questo conta poco. Come che sia, visto che stavano lì hanno pensato bene di andare a fare un salto al padiglione ufficiale della Regione Lazio, presente con quello di tutte le altre 19 regioni italiane. Pensavano di poter respirare anche un po’ di aria di casa e di trovare qualche segno di una certa qual presenza viterbese. Nothing, nada, niente di niente. In quell’area si raccontava solamente di Roma e del suo hinterland. Incuriosite, e anche un po’ preoccupate, si sono rivolte agli addetti al padiglione e alla domanda sul perché non ci fosse nulla della Tuscia, si sono sentite candidamente rispondere che le altre province del Lazio (tutte) erano state invitate, ma non avevano aderito. Intanto, Viterbo è in buona compagnia, ma anche questo francamente conta poco.
L’assessore comunale al turismo Giacomo Barelli
Può essere che la persona interrogata non sapesse e se la sia cavata con una risposta di circostanza; può essere che ci possa essere stato un disguido; ma può essere anche che realmente Viterbo e il resto del Lazio abbiano ritenuto di non partecipare. Intanto vale la pena ascoltare l’assessore comunale al turismo Giacomo Barelli: ”Alla manifestazione di Rimini di solito non partecipiamo: in tutta sincerità, non possiamo permettersi di andare dappertutto. Non ricordo nemmeno se davvero è arrivato l’invito ufficiale: devo controllare. Posso però anticipare che parteciperemo alla Borsa mediterranea del turismo archeologico di Paestum, in programma dal 27 al 30 ottobre prossimi. Sono scelte, sicuramente opinabili, ma ripeto le occasioni sono tante e tutte importanti, ma bisogna di volta in volta decidere le opzioni che riteniamo più valide: non si può essere presenti ad ogni occasione”.
Forse è stata un’occasione persa, ma anche no. Lo scopriremo solo vivendo, cantava Lucio Battisti. Comunque, se si vuol puntare davvero ad una promozione del territorio, è alquanto singolare (per non dire altro) che si scelga di non partecipare ad una rassegna dove orbitano decine di migliaia di operatori del settore. Quale occasione migliore, tanto per dire, per pubblicizzare e far conoscere il neonato Distretto turistico e culturale dell’Etruria meridionale che ambisce, peraltro, anche a diventare capitale italiana della cultura? Vabbè, ci si rifarà a Paestum a stretto giro di posta. Anzi di fiera.
