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“L’Armata Brancaleone”, 50 anni dopo

Oggi, alle 15, presso l'Unitus presentazione del libro di Fabrizio Franceschini

brancaleone-copertina-copia-2Oggi, alle 15, presso l’Università della Tuscia di Viterbo, Aula Magna del complesso del San Carlo (via San Carlo, 32) sarà presentato il libro “L’Armata Brancaleone – La sceneggiatura di Age, Scarpelli e Monicelli” (Edizioni Erasmo). A cura del DISTU Dipartimento di studi linguistici-letterari, storico-filosofici e giuridici dell’Università degli studi della Tuscia di Viterbo. Intervengono Fabrizio Franceschini, curatore del volume, Giacomo Sarpelli, Riccardo Gualdo e Luca Lorenzetti.

Per festeggiare il cinquantesimo de “L’Armata Brancaleone” film di Mario Monicelli (uscì nelle sale italiane il 7 aprile del 1966) le Edizioni Erasmo di Livorno hanno pubblicato “L’Armata Brancaleone. La sceneggiatura di Age, Scarpelli e Monicelli, con scritti di Franco Cardini, Fabrizio Franceschini, Ottavia Monicelli, Giacomo Scarpelli; quarto volume dei “Quaderni di Storia del cinema”, collana diretta da Massimo Ghirlanda.

Il libro è curato da Fabrizio Franceschini, professore ordinario di Linguistica italiana presso l’Università di Pisa, che analizza, con un’ampia introduzione e le consuete e accurate note della collana, la sceneggiatura originale scritta da Mario Monicelli, Age (Agenore Incrocci) e Furio Scarpelli. La presentazione è stata affidata al medievista Franco Cardini, la postfazione è di Giacomo Scarpelli, figlio di Furio. Sulla copertina del libro spicca un disegno originale di Furio Scarpelli.

Il film fu presentato al 19° Festival di Cannes e vinse tre Nastri d’argento. Tra gli attori, Vittorio Gassman, Gian Maria Volontè, Catherine Spaak, Enrico Maria Salerno, Maria Grazia Buccella. Costumi di Piero Gherardi, titoli di testa composti dai disegni di Emanuele Luzzati, accompagnati dalla celeberrima canzone scritta dagli stessi autori – analizzata da Franceschini nel libro – e musicata da Carlo Rustichelli e cantata dal tenore lirico leggero Piero Carapellucci.

Scrive Franco Cardini, nella presentazione, che Brancaleone non è un film, è il Film: “Per noi altri ragazzi degli anni Sassanta – Settanta fra Ho Chi Minh e Fidel Castro e ‘Che’ Guevara, il vero cult era quello. Senza nemmeno rendercene conto, lo sapevamo a memoria come l’Ave Maria. Il suo copione era un autentico vademecum per tutte le stagioni e per tutte le occasioni […]. Brancaleone non è per nulla un centone: è un compendio di reminiscenze e di citazioni, dal ‘Settimo sigillo’ a ‘La sfida dei samurai’ e a ‘Rashomon’ di Akira Kurosawa sino alle più viete e spudorate reminiscenze scolastiche sapientemente evocate. Qui c’è tutto il medioevo della nostra amata paccottiglia, quella alla quale non rinunzieremo mai: gli eremiti e le streghe, le crociate e la Peste Nera, le invasioni barbariche e le ordalie. Un medioevo popolato di ‘soliti ignoti’ il cui improbabile argot ha coinvolto l’Accademia della Crusca. Un lungo apologo sulla vita di ciascuno di noi”.

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