19042024Headline:

C’è Viterbo nel boom del giovane papa

Record di ascolti per il debutto della serie di Sorrentino girata nell'estate 2015 nella Tuscia

Judd Law interpreta il giovane papa (fumatore)

Judd Law interpreta il giovane papa (fumatore)

Sempre papi sono, che si tratti di uno dei Medici o di Lenny Belardo, che tanto col Vaticano hanno a che fare in ogni caso. L’uno o gli altri nella Città dei Papi ci stanno come il cacio sui maccheroni, specie se portano la Tuscia e il suo capoluogo alla ribalta della tv nazionale e internazionale nel giro della stessa settimana.

Si parla, ovviamente, di “The Young Pope”, la fiction firmata dal premio Oscar Paolo Sorrentino, interpretata da Jude Law e Diane Keaton, e girata nell’estate del 2015 anche a Viterbo. Anzi, a Villa Lante a Bagnaia, per essere precisi. La produzione rimase diversi giorni nel capoluogo della Tuscia, dove non era strano uscire di sera in centro e trovare il divino Jude seduto ad un tavolo di qualche locale all’aperto a sorseggiare un cocktail.

I primi due episodi della serie, che in tutto ne prevede otto, sono andati in onda venerdì sera su Sky Atlantic HD e Sky Cinema 1. Tre giorni dopo il debutto dell’altra serie di successo, stavolta targata Rai, girata a Viterbo di recente, “I Medici”. E come per il kolossal sulla famiglia fiorentina, il debutto del nuovo lavoro di Sorrentino ha fatto registrare numeri da guinnes dei primati: 953mila spettatori medi per i primi due episodi e record assoluto per il debutto di una serie tv su Sky. I dati parlano di un +45% rispetto alla messa in onda della prima puntata di “Gomorra”, altra serie cult della rete, e +42% rispetto all’esordio di “1992”.

Il regista Paolo Sorrentino

Il regista Paolo Sorrentino

La trama Lenny Belardo è un cardinale giovane, mite e dallo scarso peso politico. Abbandonato in orfanotrofio in tenera età, Lenny è continuamente tormentato da tale abbandono e ha sviluppato un rapporto molto turbolento con la fede e con Dio. Inaspettatamente, Lenny viene eletto papa dal collegio cardinalizio, che crede forse di aver trovato una pedina da poter manovrare a piacimento. Tuttavia Lenny, salito al soglio pontificio con il nome di Pio XIII, si dimostrerà un papa controverso e poco incline a farsi comandare. Fuma come un turco, beve caffè solubile e Diet Coke Cherry e si fa accudire da Suor Mary, la non più giovanissima suora che lo ha cresciuto e con cui ha un rapporto di estrema complicità. Papa Belardo, che sceglie il nome di Pio XIII per salire al soglio pontificio, vive di contraddizione tra la sfera pubblica e quella più intima e provata.
Silvio Orlando in una scena di "The young pope"

Silvio Orlando in una scena di “The young pope”

Ed è forse questa sua umana dualità, questa dicotomia tra l’uomo e il religioso, che ha colpito tanto il pubblico, estasiato dalla nuova fatica di Sorrentino. E poco importa se tra i critici c’è già chi urla alla “rivoluzione copernicana” della fiction cinematografica e chi invece, come il periodico Famiglia Cristiana, considera il Pio XIII di Sorrentino “un papa non da Oscar” (ci saremmo stupiti del contrario): il successo del giovane papa è consacrato dagli spettatori e sui social, dove sono state quasi 35mila in poche ore le interazioni sulla fiction, con l’hastag #TheYoungPope balzato subito alla prima posizione dei trend topic di Twitter. Non solo: le pagine Facebook di Sky Atlantic e Sky Cinema solo ieri, anche prima della messa in onda della saga, hanno generato una social audience di 730mila interazioni. I miracoli però non c’entrano nulla: c’entrano, semmai, il genio di Sorrentino e la bravura di Law e Keaton e dell’intero cast. E anche un po’ della bellezza di Viterbo…

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