23042024Headline:

Dalla Georgia alla scoperta della patata

Tecnici della Repubblica caucasica in visita al Consorzio Ccorav di Grotte di Castro

patata-viterbese-3La patata viterbese studiata e analizzata da esperti arrivati addirittura dalla Georgia (ex repubblica dell’Unione Sovietica e oggi stato indipendente, con capitale Tblisi, a cavallo del Caucaso: quasi 5 milioni di abitanti, meno del Lazio). E che ci sono venuti a fare sino a Grotte di Castro i rappresentanti georgiani? Il motivo è molto semplice: studiare i metodi adottati da quelle parti dal Ccorav (Consorzio Cooperativo Ortofrutticolo Alto Viterbese). In pratica, un laboratorio sul campo per vedere come si coltiva e come si produce quel prezioso frutto che, in un’economia fondamentalmente agricola come quella di Tiblisi, ha un’importanza fondamentale.
L’incontro  con la delegazione della Georgia (formata da funzionari e tecnici del Ministero dell’Agricoltura, dell’associazionismo e della ricerca) è avvenuto appunto nello stabilimento di Grotte di Castro dove ad accoglere gli ospiti c’erano il presidente del Consorzio Augusto di Silvio, il responsabile commerciale Vincenzo Rosati, il responsabile amministrativo Roberto Pucci, l’agronomo Mirko Giuliani ed il responsabile del laboratorio analisi Edoardo Gobattoni. Con loro, anche una rappresentanza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali (Mipaaf). Ne dà notizia il sito www.italiafruit.net.

In verità, il viaggio in Italia dei delegati georgiani rientra in un ciclo di visite “per conoscere e approfondire le migliori pratiche inerenti la protezione e l’applicazione delle indicazioni geografiche dei prodotti alimentari e comprendere quali sono i meccanismi di controllo interni alla filiera”. E quale migliore confronto poteva esserci, a proposito delle patate, se non con il Ccorav, leader nel settore della commercializzazione della patata dell’Alto Viterbese, e che si può fregiare anche del marchio Igp per il prodotto. patata-viterbese-2

La denominazione “Patata dell’Alto Viterbese” designa il tubero della specie Solanum tuberosum ottenuto dalle varietà Monalisa, Ambra, Agata, Vivaldi, Finka, Marabel, Universa, Chopin, Arizona e Agria; l’areale di produzione (in base al disciplinare messo a punto dalla Camera di commercio di Viterbo) particolarmente vocato alla coltivazione di questo tubero, ricade nel territorio più a nord del Lazio, in provincia di Viterbo, compreso tra il lago di Bolsena, l’Umbria e la Toscana. Il comprensorio, ricadente nella zona del complesso vulcanico—vulsino, è caratterizzato da terreni di origine vulcanica ricchi di potassio e da un microclima che risente degli influssi del lago di Bolsena. Un insieme di fattori, insomma, che conferiscono al prodotto caratteristiche uniche, facilmente identificabili nella degustazione. Inoltre presenta un ph debolmente acido (tra 6 e 6,8) e contiene in elevate quantità oltre che potassio, anche Calcio e anidride fosforica. Tale varietà di patata si distingue per forma ovale o allungata; la buccia è liscia, di colore bianco -giallo, e la sua polpa è compatta, dello stesso colore della buccia (talora anche rosa).

patata-viterbese-1“A Grotte di Castro – si legge in una nota – la delegazione caucasica ha preso visione dell’intero ciclo produttivo, dello stoccaggio, delle procedure di tracciabilità, del laboratorio analisi e della strategia per la commercializzazione del prodotto patata, ma anche della gestione di tutte le piattaforme produttive della struttura e delle analisi organolettiche che vengono svolte per il controllo costante della qualità del prodotto”.

La patata dell’Alto Viterbese, ricca di vitamina C,  ha recentemente ottenuto il marchio collettivo Tuscia Viterbese e può vantare anche la certificazione IGP europea.

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