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I giovani della Tuscia contro il bullismo

Dall'istituto Scriattoli di Cura di Vetralla al Ruffini di Viterbo tutte le iniziative

Gli studenti dell'istituto

Gli studenti dell’istituto Scriattoli

Il bullismo oramai è diventato un fenomeno con cui bisogna fare i conti sempre più spesso, nel corso del tempo sono aumentati i casi di suicidio di giovani colpiti da questa forma di prevaricazione ed è per questo che si è sentito il bisogno di condannare il bullismo e la sua forma più distruttiva e subdola: il cyber-bullismo indicendo una giornata contro questi tipi di fenomeni. In tutta la Tuscia sono state tante le scuole che hanno aderito alla giornata che ricorreva lunedì con diverse manifestazioni che hanno coinvolto i giovani, come le iniziative promosse dall’Istituto Comprensivo Andrea Scriattoli di Cura di Vetralla. Tutti i ragazzi delle primarie e secondarie di primo grado si sono riuniti nel cortile antistante la scuola, tenendosi per mano e indossando indumenti blu simbolo della lotta al bullismo, per “Fare un Nodo Blu” contro queste terribili forme di discriminazione sociale. La giornata ha visto la presenza del comandante della stazione Carabinieri di Vetralla Maresciallo Adriano Marzi, il quale ha tenuto una lezione sulla legalità in rete e sulla lotta al bullismo e cyber-bullismo. È stato fissato inoltre un ciclo di incontri promossi dall’Istituto A. Scriattoli, tenuti dalla Polizia Postale e responsabile delle Comunicazioni di Viterbo, con argomento “la navigazione sicura, l’uso responsabile di Internet e dei social network, la prevenzione del cyber-bullismo”. Anche il personale docente e non docente si è raccolto intorno agli alunni per testimoniare l’importanza di una lotta che comprenda tutti gli organi scolastici: dai ragazzi, ai docenti, ai dirigenti scolastici, al personale non docente e così via.

Anche a Viterbo ci sono state alcune iniziative come al Ruffini che da tempo ha manifestato attenzione e sensibilità nei confronti di un fenomeno ormai dilagante e che ci vede tutti coinvolti singolarmente e soprattutto come comunità. L’azione che la scuola, grazie alla sollecitudine della dirigente professoressa Maria Antonietta Bentivegna e dei docenti, ha già intrapreso, è sulla linea della recente proposta di legge, ora in discussione al Senato, ovvero la “tutela nei confronti dei minori coinvolti, sia nella posizione di vittime sia in quella di responsabili di illeciti” attraverso “azioni di carattere formativo ed educativo rivolte” a tutti coloro “che frequentano le istituzioni scolastiche statali di ogni ordine e grado” (art. 1 Disposizioni per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo). La risposta degli studenti alle sollecitazioni, evidenti nei testi selezionati che proponiamo di seguito, sembra essere la migliore conferma alla validità della strategia che si sta attuando.

I giovani dell'istituto Ruffini

I giovani dell’istituto Ruffini

“Sappiamo VERAMENTE cosa significa la parola bullismo? Oppure ci basta conoscere la “solite parole” che tutti hanno da dire? Beh, non penso sia giusto per tutti coloro che OGNI giorno e intendo veramente tutti i giorni, si sveglino con l’angoscia o con l’ansia di essere vittima di questo fenomeno. È ormai cosa comune a tutti noi giovani chiedersi se c’è qualcosa che non va in noi, se non siamo abbastanza oppure semplicemente se è colpa nostra. Questo è quello che i ragazzi vittime di bullismo si chiedono costantemente, ogni singolo giorno, pensando sia colpa loro se qualcuno li insulta, li picchia o li infastidisce. Perché, sì, le vittime del bullismo sono persone più deboli psicologicamente o fisicamente che non riescono ad autodifendersi ed è proprio per questo che il sostegno morale e fisico di qualcuno è sempre fondamentale. Cosa ne penso del bullismo? Che insieme al razzismo e all’omofobia sia la negazione, lo scarto dell’intelligenza umana, qualcosa a cui le persone si aggrappano perché non capaci di pensare. È semplice seguire la massa, la difficoltà è argomentare. Qualcuno dice che le persone di colore sono da evitare? Lo penso anche io! Così è semplice, è questo quello che avviene nel 90% delle volte quando le persone non riescono ad avere personalità”. Michele Moretti 1BS. Il bullismo è la cosa più crudele che una persona possa subire. Non si può discriminare qualcuno solo perché porta gli occhiali o perché è in sovrappeso; le persone non sono strumenti. La bellezza del mondo consiste proprio nella ricchezza di diversità ed unicità. In realtà sono proprio coloro che hanno comportamenti da bulli ad avere dei problemi e a nascondersi dietro una maschera da finti leader. Essere leader vuol dire, invece, diventare il punto di riferimento per un gruppo di persone senza imporsi con la forza e la violenza e coloro che li sostengono lo fanno volentieri non per paura o per autoprotezione. I bulli se ne lavano le mani dicendo “ERA SOLO UNO SCHERZO”, ma è proprio per quello scherzo che molte persone hanno rischiato la vita. Non si deve imparare ad obbedire ma a gestire la propria libertà”. Carlotta Lenci 1BS. Il bullismo è una forma di discriminazione che deve essere combattuta partendo dalle scuole e dalle dalle famiglie, mettendo in campo tutti gli strumenti necessari; solo lavorando tutti insieme si possono ottenere risultati apprezzabili.

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