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Arturo Vittori, ”spazio” alle idee

Il fratello dell'astronauta Roberto è anche lui a lavoro su progetti spaziali

L'architetto Arturo Vittori

L’architetto Arturo Vittori

Dallo spazio non deve essere facile riuscire a trovare punti di riferimenti. Probabilmente però vedendo la terra, Roberto Vittori avrà cercato di scorgere l’Italia e magari – per quanto possibile da lassù – anche la sua Bomarzo. Già perché il famoso astronauta della Tuscia ha già raccontato in diverse interviste il senso di tranquillità, ma anche di solitudine, che si prova ad orbitare a così tanti chilometri dalla Terra, ma probabilmente quello che in pochi sanno è che Roberto Vittori ha un fratello che come lui è molto legato al tema dello ”spazio”.

In un articolo pubblicato su La Stampa infatti, il giornalista Antonio Lo Campo ha presentato in maniera più approfondita la figura di Arturo Vittori, che è ben più del semplice ”fratello di” come molto spesso accade. ”Strano destino il nostro – afferma Arturo – io discussi la tesi di laurea sulla Stazione spaziale prima che Roberto diventasse astronauta. Anch’io sono sempre stato affascinato dalle esplorazioni spaziali. Poi, nel 1999, quando Roberto divenne astronauta è stato bellissimo, e mi ha aperto un mondo incredibile, che ha stimolato ulteriormente le mie idee”.

Il Warka Water

Il Warka Water in funzione in Africa

Arturo, che di mestiere fa l’architetto e il designer, lavora su progetti che riguardano il tema spaziale, ma che sono invece strettamente legati all’ambito della nostra Terra. Dal suo studio di Bomarzo, Vittori ha infatti inventato l’albero che produce acqua: una torre dalla struttura futurista chiamata Warka Water, alta circa dieci metri, dal peso di sessanta chili e a forma di vaso capace di raccogliere 95 litri d’acqua potabile al giorno. ”Rappresenta una soluzione per milioni di persone in Africa e non solo, che soffrono per il mancato accesso all’acqua potabile – ha detto Arturo Vittori a La Stampa – basta sfruttare l’escursione termica fra il giorno e la notte, come facevano gli egiziani quattromila anni fa”.

Ma, come detto, è soprattutto lo spazio il tema su cui è focalizzato Arturo Vittori: “L’architettura spaziale è un settore che ha grande futuro – Vittori è direttore e co-fondatore della società Architecture and Vision – e le future stazioni spaziali, basi e colonie sulla Luna e Marte dovranno necessariamente avere interni che siano più accoglienti e a misura d’uomo possibile. Nello spazio tutto va riprogettato: dagli arredamenti interni di un modulo o base spaziali, ma anche su oggetti banali come un bicchiere o un piatto. Pensiamo a nuovi spazi interni e nuovi sistemi ergonomici per gli spazioplani che daranno vita al turismo spaziale e per i gonfiabili, come quello da poco aperto sulla Stazione Spaziale, da trasferire in futuro sulla Luna, o  magari su Marte”.

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