20042024Headline:

Tutti noi partecipiamo all’Umanità

In bocca al coccodrillo

“Nessun uomo è un’Isola, intero in se stesso. Ogni uomo è un pezzo del Continente, una parte della Terra.

Se una Zolla viene portata via dall’onda del Mare, la Terra ne è diminuita, come se un Promontorio fosse stato al suo posto, o una Magione amica o la tua stessa Casa. Ogni morte d’uomo mi diminuisce, perché io partecipo all’Umanità. E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana: Essa suona per te.”
Parlare di ironia della sorte riguardo all’argomento che stiamo per trattare sembrerebbe malvagio e forse sadico, ma il coccodrillo e io dobbiamo ammettere che ci è sembrata una crudele ironia della sorte quella che abbiamo dovuto affrontare. La settimana scorsa nell’articolo dedicato a uno degli straordinari libri divorati dall’amico alligatore abbiamo citato un pensiero di John Donne. La chiusa di quel testo è ora diventata l’incipit dell’articolo che state per leggere.
“Oggi l’umanità è morta”: sono queste le parole che abbiamo letto il coccodrillo e io. La campana è suonata e noi ci siamo resi conto ancora una volta che per tutti i morti causati dalla guerra, in particolare dall’attacco di gas tossici in Siria, sono suonate centinaia e centinaia di campane. E ogni rintocco è stato anche per noi un segnale di lutto e dolore. Cari lettori, noi partecipiamo all’Umanità. Ogni azione che compiamo, ogni gesto che non facciamo, ogni carezza che elargiamo e ogni schiaffo che tiriamo sono parte del percorso dell’intera Umanità. Ogni bambino che è morto per il gas tossico è un nostro figlio. Ogni uomo caduto a causa di una bomba è un nostro padre. Ogni donna che è stata torturata e violentata è una nostra sorella. Trascorriamo circa 4 ore in media al giorno sui social network: ci piace vedere i video dei gattini che si leccano la faccia, i trailer dei film che usciranno a breve nelle sale cinematografiche, le ricette di dolci pieni di crema al cioccolato e panna. E poi ci dimentichiamo di fare la cosa più importante: usare il cervello. Dobbiamo ammetterlo: ci commuoviamo ma non muoviamo un passo. Riusciamo persino a continuare a mangiare mentre scorrono sullo schermo del televisore o del computer le immagini che riprendono file e file di bambini senza vita. Questa settimana il coccodrillo e io vi chiediamo di pregare. Non importa che voi siate credenti o meno, che la vostra religione sia uguale alla nostra oppure no. Noi vi invitiamo a pregare con il cuore, a mettervi in contatto con chi ora lotta per la vita, a mandare un pensiero di forza, speranza, amore. Vi invitiamo a uscire di casa e compiere una sola opera di bene, perché non c’è gesto più gratificante della bontà disinteressata. Vi esortiamo a leggere, a rimanere informati, a non lasciare che quello che è accaduto si intrufoli in un dimenticatoio della mente. Siate parte dell’umanità. Il nostro Sole è il Sole di tutti. E il nostro mare è il mare di tutti gli uomini. Nessun uomo è un’isola circondata da acqua, siamo tutti parte di un continente. Sono lo stesso Sole e lo stesso mare che fanno parte della storia che desideriamo presentarvi questa settimana. Fuad Aziz è un pittore e uno scultore nato in una città antichissima nel cuore del Kurdistan, Arbil/Irak, nel 1951. Fin da piccolo ha coltivato una profonda passione per l’arte, tanto da studiare presso l’Accademia di Belle Arti di Baghdad fino al 1974 per poi venire in Italia e iscriversi all’Accademia di Belle Arti di Roma e poi di Firenze. Ma Fuad Aziz per il nostro coccodrillo è molto più di uno scrittore: è colui che ha creato il meraviglioso personaggio di Amina. Nel libro “Sole e mare” incontrerete questa bambina, delicata come il petalo di un fiore, in un paese dilaniato dalla guerra. Se avrete voglia di seguirla in un viaggio tra polvere, macerie, soldati e dolore, scoprirete con lei un simbolo di speranza che vi farà capire quanto ciascuno di noi sia parte dell’Umanità. Ma soprattutto imparerete che l’Umanità ancora vive ed è nostro compito mantenerla in vita. Vi ricordate quello scatto di Nada Jaffal che ritraeva una bimba vestita di verde, con gli occhi scuri, i capelli neri intenta a rovistare tra la polvere e i detriti per mettere in salvo, con un sorriso, alcuni libri? Bene, Fuad Aziz ha preso ispirazione da questa foto che ha fatto il giro del mondo e ha scelto di mostrarci come si trova la speranza in mezzo al nero della guerra. È un puntino bianco, impercettibile, che si vede solo chiudendo gli occhi e aprendo il cuore. È un libro che si è salvato, è una memoria scritta che ci ricorda l’ingegno del nostro essere uomini, è un lascito scritto di qualcuno. La speranza è una manifestazione improvvisa, un lampo di luce che squarcia un cielo plumbeo, è un inaspettato oggetto che simboleggia la nostra Umanità.

Aiutateci a far sì che sui giornali si legga “Oggi l’Umanità è viva”.

Sole e Mare
Fuad Aziz
Matilda Editrice

Consigliato ai bambini di cinque anni in su e a chi è parte dell’Umanità.

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