19042024Headline:

Che rabbia!

Voi avete avuto il coraggio di premere il tasto play per assistere alla morte del giovane Niccolò Ciatti? Avete avuto la forza di rimanere fermi mentre le immagini scorrevano di fronte ai vostri occhi? Siete stati anche voi a braccia conserte di fronte al monitor così come sono state immobili le braccia di chi quella sera ha fatto da pubblico a una scena di morte? Avete notato anche voi che sembrava di essere testimoni di un’esecuzione, di un gioco all’ultimo goccia di sangue versato, di un omicidio senza pietà né pietismi? Se avete risposto sì a tutte queste domande, allora capirete perché oggi il coccodrillo si sia trovato in compagnia di una vecchia amica. Si chiama rabbia ed è un sentimento che volentieri ha bussato alla porta di casa del nostro alligatore. E anche oggi, come tutte le altre volte, si è presentata come un enorme mostro rosso che ha scelto di varcare la soglia in qualità di ospite indesiderato eppure tanto sentito. Un mostro rosso, davvero. Come quello che arriva anche a casa di Roberto, il protagonista del libro che vorremmo presentarvi questa settimana. Il titolo del famosissimo albo che abbiamo scelto per voi è per l’appunto “Che rabbia!” ed è stato scritto dalla strepitosa Mireille d’Allancé. Senza mai essere nominata, la rabbia viene indicata come «la Cosa», un essere enorme che nasce dall’urlo liberatorio che Roberto emette dopo essere stato spedito in camera sua dal padre e aver lasciato sbattere la porta dietro di sé. Immediatamente la Cosa ruba la scena al protagonista e, quasi fosse altro da lui, comincia a mettere a soqquadro la stanza. Via coperte, lenzuola e cuscini dal letto, comodino e lampada sono sbattuti per terra e libri, mappamondo e pallottoliere sono buttati giù dagli scaffali. Bè, oggi la rabbia o, meglio, «la Cosa», è entrata come un uragano anche nel corpo del coccodrillo quando il video della morte di Niccolò è apparso sul monitor del pc: una sensazione di calore urente si è fatta strada nelle viscere, il cuore ha iniziato ad accelerare i propri battiti e la gola è stata chiusa dalla morsa di una tenaglia che è diventata sempre più stretta. La rabbia si è fatta largo lungo lo stomaco superando l’incredulità, l’impotenza, il dolore e la compassione per la fine di una vita e si è manifestata in un boato rosso che ha fatto tremare le pareti. O, forse, tutto questo si è verificato solo nella testa del coccodrillo. E lo stesso è accaduto al piccolo Roberto: anche la sua rabbia, nella mente, ha preso vita fuori dal corpo e ha massacrato tutti i giocattoli della stanza. Si dice che sia importante sfogarsi e Roberto ha lasciato carta bianca alla sua Cosa. Poi quest’ultima ha preso di mira l’ultimo baule rimasto integro e Roberto, a quel punto, le ordina di smettere. Che cos’è quel baule? La nostra integrità morale. Il coccodrillo ha guardato il video della morte di Niccolò e, mentre il giovane perdeva la vita, si è ripetuto innumerevoli volte che era arrabbiato per l’ingiustizia di una morte innocente, per la codardia di chi aveva assistito senza muovere un dito, per il dolore dei genitori sopravvissuti al figlio, per la negligenza della sicurezza al di fuori delle discoteche, per la paura che ha istintivamente attraversato il suo corpo. Ha lasciato che la sua rabbia diventasse una cosa rossa ed enorme, capace di vagare per casa e di augurare il peggio a chi aveva fatto di Niccolò Ciatti un cadavere da riportare in patria. E poi ha visto la rabbia toccare il baule dell’integrità morale. Già, proprio quell’integrità morale che ci distingue da chi ha ucciso Niccolò. Quell’integrità morale che fa parlare con composto dolore il signor Ciatti di fronte alle telecamere, che gli fa chiedere con pacata educazione un po’ di giustizia per il figlio.

E allora il nostro caro alligatore ha capito che la rabbia distrugge soprattutto chi la prova e non porta ad alcuna giustizia. È un mostro indomabile senza freni, un groviglio di cattiveria repressa destinata a implodere nel corpo del suo ospite.

“Che rabbia!” ci insegna a riconoscere la Cosa, ad accettarla, a rispettare la confusione che a volte crea e soprattutto a farla smettere quando supera il limite e ci toglie la nostra umanità. Un solo gesto di amore e di pace può cambiare il nostro volto.

Che rabbia!

Mireille d’Allancé

Consigliato ai bambini dai 3 anni e a chi crede nella propria integrità morale

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