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“Emendamento per i ceramisti”

Il deputato vuole escludere la categoria dall'aumento dell'età pensionabile

Grazie alla richiesta dei sindaci del distretto industriale di Civita Castellana martedì scorso si è svolto alla Camera dei deputati un incontro con Cesare Damiano (presidente della commissione Lavoro). È stato sicuramente un momento utile per rappresentare nuovamente la realtà dei ceramisti e per testimoniare il fatto che non si tratta soltanto di una rivendicazione dei lavoratori quanto di una richiesta del territorio intero. Richiesta peraltro non nuova, visto che da molti anni l’argomento è dibattuto.

Il lavoro dei ceramisti ha tutti i requisiti per essere riconosciuto come lavoro usurante per il complesso dei fattori di rischio a cui è sottoposto (esposizione al caldo, pesantezza delle mansioni, rischi per la salute). Deve quindi essere tentata e perseguita ogni strada per fare passi in avanti in questa direzione. Oggi però è necessario fare chiarezza su ciò che è accaduto e sta accadendo in queste settimane.

Di che cosa si sta discutendo nel tavolo Governo-sindacati? L’oggetto di questo confronto riguarda la volontà di evitare l’entrata in vigore di una norma approvata durante l’ultimo governo Berlusconi, secondo cui dal 1° gennaio 2019 scatterà un aumento di 5 mesi dell’età pensionabile sulla base dell’aumento dell’aspettativa di vita. I sindacati hanno chiesto di escludere tutte le categorie di lavoratori da questa misura ma il governo ha risposto di no per ragioni di sostenibilità economica e finanziaria, si è però reso disponibile ad accogliere questa richiesta per un certo numero di categorie.

Finora quel tavolo ha individuato circa una quindicina di categorie di lavori particolarmente logoranti per le quali non si prevede l’aumento dell’età pensionabile a partire dal 2019. Dunque, oggi sul tavolo non c’è alcuna discussione sui lavori usuranti, per i quali comunque una legislazione esiste già. La discussione di oggi riguarda appunto il blocco dell’aumento dell’età della pensione e un intervento sui cosiddetti ‘lavori gravosi’, per i quali sono state aggiunte 4 categorie d’intesa tra governo e sindacati. Queste categorie sono: siderurgici, agricoli, marittimi, pescatori.

È utile ricordare che per chi ha svolto un lavoro usurante è possibile andare in pensione a 62 anni di età. Per i lavori gravosi l’età sale a 63 anni, accedendo all’Ape social. Mentre la discussione oggi in corso affronta il problema dell’aumento di 5 mesi dell’età pensionabile e quindi la possibilità di concludere l’attività lavorativa a 66 anni e 7 mesi anziché a 67 anni. Fermo restando che per i lavoratori ceramisti l’obiettivo principale è quello di essere riconosciuti tra i lavori usuranti, nell’immediato penso che si debba e si possa agire su tre strade, entrando nel merito della discussione in corso. La prima riguarda il fatto che, a legislazione vigente, già una parte di lavoratori della ceramica potrebbe accedere all’anticipo pensionistico, secondo quanto prevede la legge sui lavori usuranti (in particolare, quanti nella loro attività lavorativa hanno svolto ‘lavoro notturno’ e nelle ‘linee a catena’). La seconda strada riguarda l’elenco di categorie che saranno esentate dall’aumento di 5 mesi dell’età pensionabile, tema su cui presenterò un emendamento in Parlamento per chiedere l’inserimento del comparto della ceramica in aggiunta all’elenco definito tra Governo e sindacati.

La terza strada concerne il fatto che l’accordo Governo-sindacati con ogni probabilità prevederà l’istituzione di un nuovo tavolo per affrontare più nello specifico il tema dei ‘lavori gravosi’. Realisticamente questo tavolo prenderà il via all’inizio del 2018 e lì bisognerà trovare lo spazio affinché i ceramisti ottengano il necessario riconoscimento. In ogni caso e per ogni iniziativa che si voglia intraprendere, serve il massimo di unità possibile fra tutti i soggetti del territorio, ovvero istituzioni, sindacati, imprese, forze politiche. E serve soprattutto la capacità di far crescere la consapevolezza sull’urgenza di dare una risposta ai lavoratori di un settore fondamentale per l’economia non solo del nostro territorio e per il made in Italy.

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