19032024Headline:

Wanderlust, il gene del viaggio nel dna

''Dream to Fly'' di Sara Berettoni

Sara Berettoni

Sara Berettoni

Quanti di voi non riescono a resistere alle avances del divano d’inverno, escludendo categoricamente l’ idea di mettere il muso fuori casa per uscire al freddo ? Quanti si accomodano sul lettino d’ estate con il proprio libro, al solito stabilimento, con la consapevolezza di trascorrere giornate in totale relax e tranquillità?

Quanti di voi guardano ‘loro’ e vorrebbero scappare, fuggire dalla routine, pianificare una via di fuga con zaino in spalla e tramonti mozzafiato in cima ad una montagna? Quanti non smettono mai di viaggiare con la mente se il corpo non lo permette 365 giorni l’ anno? Quanti di voi non fanno che pianificare, cercare voli, rotte diverse, viaggi avventurosi, posti unici da poter visitare appena possibile? Perché per alcuni di voi il mondo è cosi grande e affascinante che non ci si può perdere su un lettino o stravaccati su un divano.

Questo desiderio di vagabondare, la necessità viscerale di viaggiare, conoscere , di avere una vita piena, originale, curiosa, non è solo una sorta di passione o addirittura ossessione, ma è qualcosa di più, ha un nome ed è scritto nel vostro DNA.

Si chiama Wanderlust, ed è associato a un derivato genetico del gene DRD4, un gene vero e proprio nel vostro DNA.

Naturalmente viste le notevoli differenze caratteriali non è presente in tutti noi, ma solo nel 20% della popolazione, soprattutto in quella fetta di regioni in cui il passato e la storia hanno portato i popoli a migrare.

Diversi studi hanno estrapolato svariate conclusioni in merito a questa scoperta.

Chaunsheng Chen attraverso uno studio del 1999 ha dedotto che le popolazioni che si sono allontanate dal continente africano, essendo stato il primo continente che ha generato la vita, sono più portate ad avere questo gene nel DNA.

David Dobbs, della National Geographic, supporta la teoria che questo gene appartiene più ai popoli moderni, che hanno affrontato spostamenti e trasferimenti, e sono più predisposti ad esplorare nuovi luoghi, ad assaporare diversi cibi, affrontare nuove relazioni, provare diverse droghe e gettarsi nella mischia di nuove opportunità sessuali.

Secondo lo studioso di genetica Jim Noonam è una questione di razza, perché sebbene gli uomini abbiano una conformazione simile agli ominidi e alle scimmie antropomorfe, i nostri sistemi di arti e cervello sono più sviluppati. Abilità destrezza, gambe che ci permettono di percorrere lunghe distanze e un cervello in grado di elaborare processi immaginativi compongono un insieme unico di tratti , fatto apposta per stimolare l’ esplorazione.

Un’ altra ricerca di Garret lo Porto, dell’ Huffington Post, sostiene che il gene DRD4-7R sia causato da un comportamento che risale all’uomo di Neanderthal, e chi lo possiede è del tutto fuori controllo.

Tutte le volte che vi capita di sentirvi fuori luogo, irrequieti, sempre pronti a fare le valigie e partire senza meta, non preoccupatevi , non siete dei pazzi ossessionati, ma fate anche voi parte di quella fetta del 20% con un gene un pò bizzarro.

In questo modo potete dare un nome al vostro istinto nomade, alle innumerevoli guide accantonate in libreria, al passaporto sempre pronto per il prossimo timbro, all’ euforia per una nuova avventura, alle ricerche continue di voli economici e alberghi abbordabili, al mappamondo gigante attaccato alla parete proprio per essere spillato o colorato nei posti già visitati, al vostro istinto genetico Wanderlust!

 

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