Entra in vigore oggi il nuovo sistema di consegna della corrispondenza nel centro di distribuzione di Tarquinia, che serve però anche i comuni di Montalto di Castro, Tuscania, Arlena di Castro e Monte Romano.
La consegna a giorni alterni ha avuto un lungo e travagliato iter, ma la notizia dell’avvio ufficiale non ha di certo reso felici i portalettere ed i sindacati.
“Poste vuole introdurre il recapito a giorni alterni anche nel resto dei comuni della Tuscia entro la fine del 2018 – afferma Pompilio Amatucci della Slc-Cgil – In qualità di sindacato, abbiamo sempre presentato una profonda opposizione nei confronti di questa riorganizzazione che, come hanno dimostrato le sperimentazioni messe in campo fino ad ora, crea una serie di problematiche occupazionali e di servizio”.
Il nuovo modello di recapito presentato da Poste Italiane prevede che nelle aree metropolitane (Roma, Milano, Napoli, Firenze) la consegna avvenga in maniera giornaliera cinque giorni su sette. I capoluoghi di provincia vedranno invece il postino a giorni alterni, ma con il recapito giornaliero della sola corrispondenza urgente, come ad esempio i giornali. In alcune aree però, quelle definite dall’azienda “a bassa densità di popolazione” o “difficilmente raggiungibili” la corrispondenza avverrà comunque un giorno si e un giorno no, seguendo uno schema articolato su due settimane: lunedì, mercoledì, venerdì – martedì, giovedì.
“Il servizio postale, così concepito, rappresenta un danno per tutti – spiega ancora il sindacalista della Cgil – in determinati luoghi creerà un handicap notevole per i portalettere e per i cittadini. In questa maniera è tutta l’organizzazione del lavoro che procede male, causando grossi rallentamenti nello svolgimento del servizio e facendo aumentare in maniera esponenziale la giacenza negli uffici postali. Non è possibile creare comuni di serie a e comuni di serie b”.
“Infine c’è il discorso occupazionale – conclude Amatucci – a causa di questa riorganizzazione ci saranno delle eccedenze, e la situazione dei portalettere è ancora oggi molto vaga. Probabilmente per questi lavoratori scatterà il provvedimento di mobilità territoriale, ma noi continueremo a fare opposizione anche su questo aspetto. Ci siamo rivolti ai giornali, abbiamo informato i cittadini e abbiamo promosso assemblee pubbliche con l’appoggio dei sindaci: alla fine non è detto che la riorganizzazione si concluda”.