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Domani il voto del Parlamento Europeo sulla geotermia

Mercoledì si decide una il destino della centrale della Tuscia

Geotermia_1-4Mercoledì si decide il destino della Tuscia. Il tema in questione, sul quale molto si è già dibattuto, è quello della geotermia, che a livello locale sta vivendo un momento di stallo dato dai sei mesi di sospensione dei progetti voluti dalla Regione Lazio. Una sospensione, quella decretata in agosto, che scadrà i primi giorni di febbraio, quando le società proponenti centrali geotermoelettriche nel viterbese potranno riprendere indisturbate i loro lavori.

Nel frattempo comunque la partita ora si sta giocando su livelli più alti. Dopodomani infatti si discuterà di geotermia, e quindi del futuro della Tuscia, nelle sedi politiche del Parlamento europeo.

Nel 2016 lo stesso organo aveva approvato una “Direttiva sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili”. Tra due giorni, a Strasburgo, si lavorerà ancora su tale direttiva, in ottica di modifiche e miglioramenti.

Per chiarire: ad oggi la geotermia é inserita dall’Ue fra le energie rinnovabili, e quindi gode di incentivi, ma non esiste una legislazione sulle emissioni delle centrali geotermiche pericolose per l’ambiente e la salute, che in Italia sono imponenti. “I fluidi ad alta temperatura estratti a migliaia di metri di profondità vengono portati a contatto con l’atmosfera, dove rilasciano ‘gas incondensabili’ contenenti mercurio, arsenico, anidride solforosa, ammoniaca. E anche grandi quantità di gas serra sotto forma di anidride carbonica e metano. Secondo gli ultimi dati ufficiali, le sole emissioni di mercurio sono pari a 1.5 tonnellate annue”, ricorda in una nota l’europarlamentare 5 Stelle Dario Tamburrano.

Negli emendamenti proposti proprio dalla squadra di Tamburrano, che verranno dibattuti mercoledì, si tenta invece di prendere in considerazione (introducendo norme specifiche) la portata inquinante e dell’effetto serra che comporta l’estrazione e l’utilizzo di fluidi geotermici, che, in alcuni casi, è comparabile a quella di fonti convenzionali non rinnovabili.

Questo il testo dell’emendamento, facilmente reperibile sul sito internet dell’Ue: “A seconda delle caratteristiche geologiche di una determinata zona, la produzione di energia geotermica può generare gas a effetto serra e altre sostanze dai liquidi sotterranei e da altre formazioni geologiche del sottosuolo. Gli investimenti dovrebbero essere mirati esclusivamente alla produzione di energia

geotermica a basso impatto ambientale, con conseguente risparmio di gas a effetto serra rispetto alle

fonti tradizionali. Pertanto, la Commissione dovrebbe valutare, entro dicembre 2018, la necessità di una proposta legislativa intesa a regolamentare le emissioni, da parte delle centrali geotermiche, di tutte le sostanze, tra cui il CO2, che sono nocive per la salute e l’ambiente, sia nelle fasi esplorative che in quelle operative”.

Un’indagine e una presa di coscienza di questo tipo rivedrebbero lo status di “rinnovabile” dell’energia geotermica. Imponendo di puntare solamente sui suoi utilizzi a basso impatto ambientale. Escludendo quindi, di fatto, quanto potrebbe invece avvenire in Tuscia.

Auspichiamo perciò che l’emendamento proposto porti ad un voto compatto da parte dei gruppi parlamentari italiani. Ad oggi, per quanto risulta da fonti ufficiali, solamente il Movimento 5 Stelle pare convinto di procedere in questa direzione. Il valzer delle votazioni (Nazionali, Regionali e Comunali di capoluogo) non permette di avere un quadro chiaro delle posizioni dei vari schieramenti politici in materia di geotermia. La stessa conferenza dedicata di Firenze dello scorso settembre, voluta dall’attuale Governo, lascia chiaramente intendere che la battaglia sarà dura e tutt’altro che unanime. Come a dire: il pensiero cambia radicalmente passando dai piani alti a quelli bassi.

Non ci resta quindi che sperare nella lungimiranza dei nostri rappresentanti europei. Poiché quanto deciso a Bruxelles sarà poi vincolante per ogni legislazione nazionale. Del resto, anche il territorio ha parlato chiaro, urlando un deciso “no” contro la geotermia inquinante.

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