29032024Headline:

“Io, condannato per essermi comportato da buon padre”

A.R. racconta le lotte legali dopo la separazione: "i papà hanno sempre la peggio"

VITERBO – (rvtn) ”Io, condannato per essermi comportato da un buon padre”. Questa è la storia di A.R., un padre viterbese costretto a combattere per i propri diritti genitoriali dopo la separazione dalla sua compagna. Un padre che è uscito sconfitto da una lotta legale che, a suo parere, ”vede sempre noi papà avere la peggio”. A raccontare ciò che è accaduto è lui stesso tramite in una lettera inviata a Viterbonews24.

”Vorrei raccontarvi una storiella, una delle tante che, ahimè, ultimamente sentiamo sempre più frequentemente. La storia di un papà e della considerazione che, molto frequentemente, la magistratura ha di questa figura genitoriale in caso di separazione – scrive A.R. -. Alfio, un nome di fantasia, dopo molti anni di convivenza con la compagna, che chiameremo Franca, decide di chiudere il rapporto a causa di un malessere di coppia sempre più crescente. Alfio e Franca hanno due bellissime bambine Valeria e Verusca”.

Dopo la separazione Alfio continua a vedere in modo assiduo le due figlie con le quali ha un bel rapporto: ‘‘Alfio è un padre molto presente – continua – e inoltre è di quei papà che sanno fare tutto: cucinare, pulire casa, fare la spesa. Insomma Alfio è un super papà che si è sempre preso cura delle sue bambine sostenendo le spese necessarie per le loro esigenze: vestiario, buoni pasto per la mensa, spese per i farmaci e via dicendo. D’altronde sono le sue figlie, come può restare indifferente alle loro esigenze? Alfio, molto prudentemente, conserva tutte le ricevute e gli scontrini delle spese effettuate”.

E mentre Alfio cerca di essere un buon padre prosegue in parallelo la battaglia legale con l’ex compagna. Franca ”che non riesce a superare il lutto della separazione” chiede al Tribunale dei minori una riduzione dei tempi di permanenza delle figlie con il padre e l’aumento dell’assegno di mantenimento. ”Dopo due anni arriva il verdetto del Tribunale dei Minorenni – racconta A.R. – che valuta molto positivamente le capacità genitoriali di Alfio, tanto da aumentarne i tempi di permanenza con le figlie, ma allo stesso tempo dispone che il padre versi ‘dal deposito del ricorso alla madre’, cioè da due anni prima, un assegno di mantenimento retroattivo. Spese, denominate ‘ordinarie’ per le figlie delle quali però Alfio si era già fatto carico durante tutto quel periodo”.

Franca diventa impaziente e chiede il pagamento degli arretrati anche se, documenti alla mano, l’ex compagno cerca di testimoniare il suo impegno economico degli anni precedenti. ”Durante il felice periodo natalizio – prosegue A.R. nella sua lettera -, un ufficiale giudiziario bussa alla porta di Alfio, notificandogli il pignoramento del conto corrente bancario da parte di Franca”. Alfio decide allora di chiedere aiuto al Tribunale ordinario presentando opposizione per vedersi riconosciute tutte le spese già sostenute per le figlie. Ma il suo tentativo non va a buon fine: il tribunale respinge l’opposizione e lo condanna, inoltre, a pagare tutte le spese legali ”raddoppiando l’importo richiesto dalla madre. Di fatto Alfio, il sottoscritto, ha pagato due volte ed è stato condannato per essersi comportato da buon padre, almeno questa è la percezione”.

”La mia disavventura o storiella che sia, vorrebbe ora diventare un appello alla giustizia – precisa A.R. -. Il compito del magistrato è quello di fare giustizia soprattutto nei casi di separazione e di affido di minori in cui i papà hanno troppo spesso la peggio come nel mio caso. Per questo, insieme a tutti i papà che stanno vivendo la mia stessa situazione, faccio appello alla magistratura chiedendo maggiore attenzione nella stesura dei provvedimenti. Chiedendo maggiore attenzione nella lettura dei documenti depositati. Chiedendo che siano ascoltate le parti, in maniera tranquilla. Chiedendo di liberarsi dai pregiudizi. Siate curiosi – conclude – di conoscerci come genitori. Siate equilibrati nelle decisioni. Ricordatevi che state decidendo del futuro dei nostri figli. Avete una grande responsabilità”.

Policy per la pubblicazione dei commenti

Per pubblicare il commenti bisogna registrarsi al portale. La registrazione può avvenire attraverso i tuoi account social, senza dover quindi inserire ogni volta login e password o attraverso il sistema di commenti Disqus.
Se incontrate problemi nella registrazione scriveteci webmaster@viterbopost.it

Pubblica un commento

Per commentare gli articoli, effettua il login attraverso uno dei tuoi profili social
Portale realizzato da