Si faceva versare gran parte dei soldi per l’acquisto di auto di grossa e piccola cilindrata, ma delle vetture, dopo settimane di attesa, nessuna traccia. Per questo un falso imprenditore di Monterosi è finito a processo: su di lui, e su un trio di sue presunte complici, le accuse di truffa e minaccia.
Perché, non soddisfatti del facile guadagno, avrebbero anche minacciato i compratori. ”Se non avessi smesso di chiamarlo e importunarlo per chiedere chiarimenti, mi avrebbe spezzato le gambe” spiega una delle vittima in aula, davanti al collegio di giudici. ”Ma io volevo solo ciò che mi spettava, quei 15 mila euro versati per l’acquisto di un’auto che di fatto non mi é mai arrivata”.
Utilitarie, berline e cabrio che l’uomo, difeso in aula dall’avvocato Pietro Messina, avrebbe fatto finta di vendere ma che in realtà probabilmente neppure esistevano.
”Diceva di essere il titolare di una concessionaria appena fuori il paese – prosegue l’uomo – ed è in quel momento che ho capito che c’era qualcosa che non andava: conoscevo quel punto vendita e sapevo perfettamente che da più di sei mesi era stato chiuso”. Da qui i primi sospetti e il dubbio che probabilmente quell’auto per cui aveva compiuto due versamenti da 7 mila euro ciascuno non sarebbe mai arrivata. ”C.P. era un cliente affezionato del mio ristorante – racconta un’altra vittima – sapeva che volevo acquistare una nuova macchina, così si è proposto di vendermela: non mi ha mai mostrato il suo negozio, ho solo visto cataloghi. Dovevo avviare una finanziaria e così gli ho dato tutti i miei documenti: ero tranquillo perché non avevo ancora la mia Fiat 500, ma non avevo neppure firmato nulla”.Invece poi, l’amara scoperta: ”Controllando il mio conto corrente, ho scoperto che c’erano dei prelievi di soldi: aveva sottoscritto la finanziaria a mia insaputa, probabilmente falsificando la firma”. Così una secondo denuncia a suo carico e ora il processo per truffa e minaccia: si tornerà in aula il 10 luglio.