VIGNANELLO – Li hanno rinchiusi in una botola scavata nel terreno, li hanno minacciati di morte con una pistola e poi massacrati di botte. La loro colpa? Essere creduti responsabili di un furto di attrezzi agricoli all’interno di un’azienda di legname di Vignanello. Per questo i due responsabili della mattanza, il titolare dell’azienda e il suo braccio destro sono stati condannati: un anno e quattro mesi di reclusione ciascuno e una provvisionale di 2500 euro, in attesa del risarcimento danni alle vittime da stabilire in sede civile.
Le condanne sono arrivate a distanza di alcuni mesi dalle richieste formulate dall’accusa che per il titolare dell’azienda attiva nel campo della falegnameria aveva chiesto un anno e otto mesi di reclusione, mentre per il suo complice, già in carcere per un’altra condanna, un anno e due mesi.
Ci ha pensato il giudice monocratico Giacomo Autizi a livellare le posizioni: riconosciuto per entrambi lo stesso livello di responsabilità dovranno scontare un anno e quattro mesi di reclusione.
A subire la mattanza nella notte del 23 gennaio del 2017, due dipendenti dell’azienda, ritenuti responsabili del furto di attrezzi agricoli e motoseghe subito nella notte precedente.
”Era sera quando ci hanno chiamato – hanno raccontato in aula nel corso delle precedenti udienze – ci hanno detto di raggiungerli ai capannoni. E così abbiamo fatto. Ci hanno fatto inginocchiare, minacciandoci di morte se non avessimo rivelato dove fosse la refurtiva. Poi ci hanno massacrato di botte e non contenti ci hanno puntato in fronte una pistola. Solo dopo ci hanno rinchiusi in una botola scavata nel terreno e chiusa con una griglia metallica: eravamo spaventati, doloranti e increduli di quanto stesse succedendo”.
Ieri, a nemmeno due anni di distanza, la sentenza: riconosciuti come vittime di lesioni, minacce e sequestro di persona, potranno richiedere il risarcimento dei danni subiti. Il loro commento: ”Finalmente giustizia è stata fatta”.