E’ stato fermato dai carabinieri della compagnia di Ronciglione durante un normalissimo posto di blocco, quando nella tasca del sedile lato passeggero gli uomini dell’arma hanno trovato un coltello a serramanico.
Una lama lunga una ventina di centimetri che è costata ad un uomo residente nel Comune sulle rive del lago di Vico un processo per detenzione abusiva di armi.
”Era notte inoltrata quando abbiamo fermato l’odierno imputato – racconta in aula uno dei carabinieri presenti – c’era stata la segnalazione di una rissa all’interno di un bar e stavamo controllando tutte le auto che corrispondevano a quelle presenti nel parcheggio esterno del locale”.
Tra tutte, una Bmw scura. Proprio quella su cui stava viaggiando l’uomo, poi fermato.
”Lo abbiamo sottoposto a tutti gli accertamenti del caso – prosegue – non abbiamo trovato niente. Se non quel lungo coltello nella tasca del sedile”.
Un coltello a serramanico chiuso. ‘’Addirittura con la sicura. E del tutto invisibile dall’esterno’’ ci tiene a precisare l’imputato, salito sul banco dei testimoni per raccontare la propria verità.
”Sono un produttore di castagne. Utilizzare lame e coltelli per aprire il frutto e controllarlo fa parte del mio lavoro. E per questo dovrei finire condannato? È come mettere sotto sequestro una macellerie perché piena di armi bianche e arrestare il proprietario perché ha in mano una mannaia”.
E’ bastata così una certificazione sull’impiego dell’uomo per mettere la parola ”ad una vicenda giudiziaria che si trascina da anni ormai”.
Dal giugno del 2015, quando venne fermato. La sentenza del giudice arriva dopo pochi minuti di camera di consiglio: assoluzione perché il fatto non sussiste.