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478mila dosi di droga, 4 anni di carcere e 40mila euro di multa

La marijuana nascosta in una casa disabitata, a insospettire i carabinieri l’odore nauseabondo

TUSCANIA – 65 chili di marijuana, per un totale di 478mila dosi da confezionare e smerciare su tutto il territorio provinciale. Per questo ieri mattina il 46enne A.M., commerciante residente a Tuscania, è stato condannato a 4 anni di carcere e 40mila euro di multa.

Una condanna pesante, quella pronunciata dal collegio di giudici presieduto dalla dottoressa Silvia Mattei, ma che è stata comunque più “morbida” rispetto alle richieste formulate dal pubblico ministero, che per l’uomo avrebbe voluto una pena a 4 anni e 6 mesi di reclusione.

Per la Tuscia, il quantitativo di marijuana ritrovata a maggio del 2017, all’interno dell’appartamento disabitato nel centro di Tuscania, rappresenta uno dei sequestri più importanti degli ultimi anni: 65 chili di droga che il 46enne nascondeva nell’appartamento in attesa di lavorarli e metterli sul mercato illegale e che avrebbero fruttato oltre 600mila euro di proventi illeciti.

A far scattare le manette, ormai un anno e mezzo fa, un accurato servizio di osservazione dei carabinieri Soriano nel Cimino, coordinati dal comando provinciale di Viterbo, ma è stato durante il corso delle numerose udienze del processo che sono venute alla luce le prove della colpevolezza dell’uomo.

Ad avere le chiavi di quell’appartamento, rimasto a lungo sfitto, lui e la zia, sorella di suo padre.

”Alcuni giorni prima – aveva raccontato in aula l’anziana donna – sono andata a dare una pulita alla casa. Niente di eccessivo, quello che facevo ogni mese o poco più. Peccato che non appena ho aperto la porta ho sentito un odore nauseabondo. Proveniva da quegli strani pacchi appoggiati in corridoio. Non erano miei e così ho chiamato A.”.

Ed è stato proprio durante quella telefonata che il 46enne avrebbe ammesso di esserne il proprietario. ”Zia stai tranquilla, quei pacchi sono miei. Tra un po’ di giorni tolgo tutto”.

Invece ci hanno pensato i carabinieri. A fare irruzione e porre tutto sotto sequestro: ai domiciliari per settimane da quell’8 maggio del 2017, per lui ieri è arrivata la condanna.

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