25042024Headline:

Abbracciò e tentò di baciare un’addetta delle pulizie, condannato un rifugiato

L’episodio nel centro di accoglienza Carpe Diem di Orte

Violenza sessuale nel centro di accoglienza per rifugiati Carpe Diem di Orte, condannato a un anno e otto mesi un bengalese di 32 anni.

Vittima della violenza una delle donne delle pulizie del centro, sua coetanea: l’uomo, secondo la versione raccontata dalla giovane lettone in aula e condivisa dal collegio di giudici in fase di discussione, la avrebbe abbracciata alle spalle e poi avrebbe tentato di baciarla, durante uno dei suoi turni nell’ex albergo.

”Ma a mamma non dire niente”, le avrebbe suggerito. Vale a dire che non avrebbe dovuto fare la spia alla propria datrice di lavoro per non fargli passare dei guai.

Invece fece di più, andando dai carabinieri e denunciando, assieme ad una 43enne di origine egiziana, i fatti di cui entrambe sarebbero state vittime, seppur in diversi momenti. Una con un tentativo di violenza sessuale da cui riuscì a divincolarsi, l’altra perché costretta a guardare l’uomo masturbarsi in sua presenza.

Ieri per il 32enne è arrivata la condanna: un anno e otto mesi – con pena sospesa – per quell’episodio di violenza sessuale ai danni della giovane lettone, avvenuto nel centro di Orte nel 2015 e di cui si occupò direttamente la Digos, per i presunti contrasti tra profughi di religione musulmana e cristiana.

Mentre per le accuse mosse dalla 42enne egiziana è arrivata l’assoluzione: la donna, irreperibile da anni, non avrebbe mai partecipato al processo fornendo sufficienti prove di colpevolezza.

 

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