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Peruzzi, da Viterbo al mondo

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“Seward Johnson’s “Awakening” in Viterbo, Italy” by Simone Ramella (CC BY 2.0)

In Italia si respira calcio in ogni angolo. Non desta stupore, dunque, che alcuni dei migliori giocatori del Belpaese siano nati in provincia, dove spesso si vive il calcio più genuino fino ad arrivare nelle grandi squadre. In questo contesto, la figura di Angelo Peruzzi, nato e cresciuto a Viterbo, è una delle più rilevanti. Stiamo parlando, infatti, di uno dei migliori portieri di sempre nati in Italia. Nato a Blera, a pochi km dal capoluogo laziale, il classe 1970 fece vedere fin da subito di che pasta fosse fatto, quando nei campetti di periferia o delle sue prime squadre mostrava a tutti i suoi riflessi felini e soprattutto la sua abilità nelle uscite basse, qualcosa che avrebbe attirato l’attenzione della Roma. Il suo progresso calcistico, infatti, ebbe luogo nelle giovanili della squadra giallorossa, nella quale avrebbe debuttato in Serie A e neanche diciotto anni compiuti per sostituire l’esperto Franco Tancredi.

Dopo due stagioni alla Roma e un periodo a farsi le ossa al Verona, i giallorossi lo richiamarono, prima che la Juventus puntasse gli occhi su di lui, estasiata dalla sua efficacia nel respingere gli attacchi avversari tra i pali. La società che adesso domina in campionato ed è la favorita della Serie A secondo le quote Betfair era stata molto brava ad accorgersi del talento del viterbese, che in bianconero avrebbe fatto la storia sua e del club torinese. Titolarissimo fin dalla stagione 1991-92, Peruzzi avrebbe giocato a Torino otto stagioni prima di passare all’Inter, dove avrebbe giocato solo un anno. Eppure, il suo miglior periodo fu proprio quello in bianconero, quando vinse non soltanto due Scudetti ma soprattutto una Coppa dei Campioni alzandola al cielo proprio a Roma, città dove aveva vissuto per diversi anni. In quell’occasione fu fondamentale la sua bravura nel parare i rigori dato che fu dopo la serie dal dischetto che la Juve si impose sull’Ajax. La sua parata sul primo rigore di Edgar Davids fu, alla fine dei conti, fondamentale. In quel modo la Juventus riuscì a festeggiare la vittoria del suo secondo (e fino ad ora ultimo) massimo titolo europeo di sempre.

Tuttavia, in quegli anni resta una macchia importante nella sua carriera, ossia la nazionale: Peruzzi fu senza dubbio il miglior portiere insieme a Gianluca Pagliuca durante il suo periodo alla Juve ma un infortunio lo costrinse al forfeit al mondiale 1998. In quel periodo il viterbese era in grandissima forma e la sua delusione per la mancata partecipazione alla coppa che si giocava in Francia fu enorme. La storia, però, gli doveva un’occasione di riscatto, e questa arrivò nell’estate del 2006, quando Marcello Lippi lo convocò al mondiale di Germania insieme al titolarisismo Gigi Buffon e al promettente Marco Amelia. In quel torneo Peruzzi non giocò neanche un minuto, ma fu fondamentale nello spogliatoio con la sua esperienza e con la carica che infondeva ai compagni grazie al suo spirito di gruppo. Da Viterbo al mondo, Peruzzi ha avuto la sua rivincita.

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