CASTIGLIONE IN TEVERINA – (b.b.) Si sarebbe prima fermato a chiedere indicazioni ad un donna su dove abitasse il parroco del paese. Poi, spostandosi per le vie del centro con un’auto bianca presa a noleggio, sarebbe arrivato a casa di Don Camillo e qui avrebbe rubato il portafogli del parroco 92enne, da tempo in pensione.
Finito alla sbarra per furto, ieri mattina è stato condannato: 6 mesi e 500 euro di multa – con pena sospesa – per l’uomo di origine algerina che, nell’aprile del 2016, spacciandosi per un fedele si sarebbe fatto aprire la porta di casa dal sacerdote e poi gli avrebbe sottratto il portafogli.
Peccato che in un piccolo centro come quello di Castiglione in Teverina il fatto che uno sconosciuto abbia chiesto di incontrare il parroco e di sapere il suo indirizzo non sia affatto passato inosservato. Anzi la sua insolita richiesta pare abbia immediatamente scatenato la reazione di tutti i compaesani.
”La donna fermata per le indicazioni mi ha immediatamente avvertito – aveva spiegato in aula, di fronte al giudice Giacomo Autizi, il comandante della stazione dei carabinieri – aveva il sospetto che dietro a quella richiesta si nascondesse altro”.
E così, dopo aver saputo del furto del portafogli subito dall’ex parroco, i militari sono immediatamente saliti all’uomo, residente sul lago di Garda e con un analogo precedente.
A tradirlo le videocamere di sorveglianza installate nel paese: nei filmati si vedrebbe chiaramente l’auto su cui viaggiava fermarsi sotto casa di Don Camillo e dopo poco ripartire.
Finito a processo, ieri è stato condannato.