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”Era Mario Perniola. Storia di un’amicizia”

Domani al Gran Caffè Schenardi la presentazione del libro

Domani 12 giugno, alle ore 18,30, nelle splendide sale del Gran Caffè Schenardi, in Corso Italia 11-13, storico locale di Viterbo, sarà presentato il ventitreesimo libro di Giuliano Compagno “Era Mario Perniola. Storia di un’amicizia” dedicato a Mario Perniola, filosofo, saggista e scrittore italiano oltre che teorico dell’arte contemporanea. Per circa trent’anni Ordinario di Estetica all’Università di Roma “Tor Vergata”, Perniola ha inciso profondamente sul pensiero occidentale, sulle categorie estetiche, sulle arti, sui Cultural Studies e sull’antropologia politica. La sua scomparsa segna il termine di una traccia filosofica durata oltre mezzo secolo che ha raccolto in una insuperata comunità i più grandi pensatori del Novecento.

Nelle sale del Gran Caffè Schenardi oltre a Giuliano Compagno ci saranno anche Maria Teresa Petti e Giuseppe Iannaccone in veste di moderatori.

Giuliano Compagno, saggista e scrittore, nato a Roma con origini palermitane e messinesi, ha dedicato alcuni suoi scritti ai non-conformisti francesi del Novecento come: Bataille, Klossowski, Perec, Drieu, Baudrillard, ha pubblicato romanzi, pamphlet comici e raccolte di aforismi. Ha scritto anche per il teatro di Giancarlo Cauteruccio, di Marcello Cava e di Marco Solari.

Nel campo del teatro musicale ha avviato da anni un fruttuoso sodalizio artistico con Vittorio Montalti. Al “Maggio Musicale Fiorentino” ha debuttato l’opera inedita “Le leggi fondamentali della stupidità umana. Opera quasi intelligente”.

Maria Teresa Petti ha lavorato per le case editrici “Il Mulino” e Rubbettino, è stata redattrice della rivista “Ideazione” (“Elogio del libro antico” tra i vari contributi), della cui Fondazione ha anche diretto la biblioteca. Attualmente è docente di ruolo presso la scuola “Virgili” di Ronciglione.

Giuseppe Iannaccone è stato professore di Letteratura Italiana presso le Università di “Roma Tre” e “La Sapienza”. Ha scritto e curato volumi su autori, caratteri e tendenze della letteratura italiana otto-novecentesca, tra cui La scrittrice reazionaria. Il giornalismo militante di Anna Maria Ortese, Italo Svevo. Lo scrittore in fuga e Il fascismo sintetico. Letteratura e ideologia negli anni Trenta. Da tempo cura volumi di letteratura per i licei presso la casa editrice “Giunti” ed è docente di Lettere.

Il libro di Giuliano Compagno esce a oltre un anno dalla morte di Perniola che nello scrittore la lasciato “il cosiddetto vuoto che lascia per quella Pienezza del pensare e del sentire che è difficilissimo risolvere con l’esercizio della memoria. Perniola è stato un protagonista della cultura italiana e internazionale e chiunque lo abbia conosciuto è in grado, oggi, di testimoniare la sua assenza. Una assenza che in questo periodo di volgarità e di violenza diffuse si avverte in tutta la sua durezza, dato che alcune sue riflessioni sono state dedicate a concetti esemplari di certi fenomeni attuali: quelli di Disgusto, di Transito, di Negativo, di Post-Umano, di Enigma e di Alienazione”.

Dentro di sé Giuliano Compagno racchiude 35 anni di vita comune e ora desidera condividerli con i suoi lettori.

Descrizione del libro

“Quella sera d’estate in cui ha posato il suo sguardo sulle onde del mare, poco sotto l’equatore, quell’isola era diventata la sua conquista a sud del mondo, tra riti afro-brasiliani e baobab, vicino al cuore selvaggio. Quella sua chiamata inaspettata, una mattina in cui le acque del quotidiano si sono fermate, e le notizie, anche se attese, non potevano essere ricevibili al loro giungere. Quelle passeggiate, quelle confidenze e quelle lezioni in cui ci si accorgeva pian piano che la strada rettilinea era in realtà infinitamente sinuosa, curva, caleidoscopica, labirintica, e che proprio per questo bisognava abbandonarsi ai suoi enigmi e alle sue differenze. Quella sua capacità di teorizzarsi, di dar prova su di sé che vita e scrittura formano un unico grande stile attraverso cui sapersi muovere nell’esistenza senza rimandarsi continuamente in un tempo che deve ancora venire. E poi quelle notti, quelle notti lunghissime aggrappati a un filo al buio e al silenzio, uniti dallo scorrere elementare del vitale e della sua nobile resistenza. Un’amicizia rara difficilmente pensabile oggi in cui i rapporti umani, moltiplicati e facilitati come mai prima, diventano sempre più solo dei contatti intercambiabili e sempre meno storie e avventure inesauribili. Chi tocca questo libro non tocca un libro, tocca un uomo.”

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