SORIANO NEL CIMINO – (b.b.) ”Li sentivo litigare in continuazione. Le urla arrivavano fin dentro casa mia. Anche volendo, era impossibile non sentire quello che succedeva tra di loro”. Minacce di morte, botte e insulti alla moglie anche di fronte ai loro due bambini.
Per questo S.P. è finito a processo per maltrattamenti in famiglia.
”Le liti tra loro erano all’ordine del giorno – ha spiegato in aula un vicino della coppia – ma una volta mi sono spaventato più del solito”.
È il 16 luglio del 2018, nel piazzale di fronte al loro palazzo tra moglie e marito sarebbe divampata l’ennesima, accesa lite: ‘’C’erano i figli che piangevano e pregavano il padre di smetterla, ma lui continuava a massacrarla di botte’’.
Presa per i capelli e trascinata, poi presa di peso e sbattuta contro la macchina e fatta cadere a terra: ”Non prima però di essere presa a calci e pugni”.
Una scena drammatica, anche di fronte agli occhi dei due bambini: ”Sono dovuto intervenire per evitare che la ammazzasse per davvero – ha proseguito il testimone di fronte al giudice Silvia Mattei – d’altronde continuava a ripetere: ”Io ti stacco la testa, io ti levo dal mondo…” con un rancore e una cattiveria da spaventarmi”.
Ma quella non sarebbe stata la prima volta che i carabinieri sono stati costretti ad intervenire: ”Il 25 giugno ci hanno chiamato dalla centrale per una lite famigliare – ha spiegato il maresciallo – quando siamo arrivati l’uomo era fuori di sé”.
Messi al riparo la moglie e i due figli, l’uomo è stato denunciato e ora deve rispondere di maltrattamenti in tribunale.
Il processo proseguirà a inizio ottobre.