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Accusato di abusi sessuali sulla nipotina di 10 anni, assolto lo zio

La sentenza dopo tre anni di udienze: non ci furono rapporti orali o palpeggiamenti

Era finito a processo perché accusato della più infamante delle colpe: aver abusato sessualmente della nipotina di appena 10 anni in diverse occasioni all’interno della casa famigliare. Ieri per l’uomo, un 63enne della provincia, finito nella bufera tre anni fa, è arrivata l’assoluzione da ogni accusa.

Secondo la denuncia dei genitori, lo zio avrebbe costretto la bambina a toccarlo nelle parti intime e, addirittura, a farsi praticare del sesso orale. Ma non solo, avrebbe anche palpeggiato la nipotina tra le gambe. A far scattare la denuncia, che fece finire l’uomo alla sbarra di fronte al collegio di giudici per violenza sessuale su minore, la testimonianza della ex compagna dello stesso imputato, che il 5 luglio di tre anni avrebbe raccontato alla sorella – nonché madre della bambina – di aver visto la nipote in giardino in braccio allo zio con la mano sulle sue parti intime.

Da qui le indagini degli inquirenti e un incidente probatorio protetto nel quale la piccola avrebbe ripercorso con ”linearità, semplicità e coerenza quanto sarebbe più volte successo in presenza dello zio, confermando gli abusi” ha sottolineato in aula il pubblico ministero, che per l’uomo ha chiesto una condanna a 8 anni di carcere.

Di tutt’altro avviso la difesa: ”Ci sono molte incongruenze emerse dall’esame della piccola – ha esordito il legale Delle Monache – è strano innanzitutto come la bambina, di fronte a sconosciuti e presumibilmente terrorizzata dalle violenze subite, sia arrivata dritta al punto senza sollecitazioni e grosse difficoltà. Ha parlato inoltre dei palpeggiamenti, di quello che lo zio la costringeva a fare in luoghi che risultano totalmente inventati e non esistenti. Ma non solo, tutti i testimoni – compresi quelli dell’accusa – hanno dichiarato di come lo zio non cercasse mai occasioni per rimanere solo con la bambina né che questa abbia mostrato sintomi di disagio in sua presenza”.

Nonostante la gravità delle accuse, l’uomo è sempre stato presente in aula al fianco del suo avvocato Paolo Delle Monache, ascoltando ognuno dei testimoni sfilati accusarlo di cose che lui ha sempre negato con fermezza. Anche ieri, quando è arrivata la sentenza: un’ora di camera di consiglio e poi la decisione del collegio presieduto dal giudice Gaetano Mautone. Assolto perché il fatto non sussiste. Assolto con formula piena da ogni accusa. Soddisfatta la difesa.

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