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Maxi deposito di droga nel casolare, a dicembre l’appello dei due imprenditori

Entrambi erano stati condannati in primo grado a 10 anni e 8 mesi di carcere ciascuno

VITERBO – (b.b.) Considerati dalla procura ”non semplici pusher, ma fornitori all’ingrosso del mercato di sostanze stupefacenti della Tuscia”, dopo il ritrovamento di un maxi deposito di droga in un casolare nelle campagne viterbesi, erano stati condannati in primo grado a 10 anni e 8 mesi di carcere ciascuno.

Ora Camillo Lamanda e Maurizio Casarelli tentano la strada dell’Appello per ottenere una rimodulazione della pena: l’udienza a loro carico è prevista per il prossimo 10 dicembre.

I due imprenditori trentenni finirono in manette il 4 maggio del 2018, alcuni mesi dopo il fermo del loro complice Federico Morucci e il ritrovamento di sette chili di droga in un casolare vicino Tobia. Hashish, marijuana e mezzo chilo di cocaina, che sul mercato dello spaccio avrebbero fruttato oltre 300mila euro di guadagni.

Il blitz del 14 ottobre del 2017, che portò all’arresto di Morucci, scattò dopo giorni di pedinamenti e appostamenti da parte dei poliziotti della Squadra Mobile, diretta allora da Donato Marano. Ad insospettirli il continuo via vai all’interno del casolare abbandonato e la spola tra la piccola frazione di Tobia e il capoluogo viterbese. Da qui l’arresto in flagranza del 32enne e la denuncia a piede libero dei suoi due complici, poi trasformatasi in arresto nel maggio dell’anno successivo.

Condannati in primo grado dal giudice Roberto Colonnello a circa 30 anni di carcere complessivi, Morucci ha già ottenuto l’abbassamento della pena da 6 a 4 anni e 8 mesi, mentre Lamanda e Casarelli dovranno attendere l’udienza di dicembre.

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