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Sanremo, ”Inaccettabile la partecipazione di chi offende le donne”

Associazione Genitori di Vitorchiano interviene sull'argomento Junior Cally

Riceviamo e pubblichiamo:

Il Centro di Ricerca & Formazione Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana – Sezione Regione Lazio – e l’Associazione Genitori di Vitorchiano condividono pienamente le parole espresse dalla Signora Deborah Murante, Presidente dell’Associazione Genitori di Ventimiglia e della Regione Liguria, nell’articolo pubblicato il 20 gennaio 2020.

Da tempo, la violenza contro le donne è sempre più presente nel dibattito pubblico. E il perché è presto detto: persino in un’epoca che si professa civilizzata come la nostra il fenomeno sta raggiungendo dimensioni che definire barbariche è poco.

La modernità è arrivata nella tecnologia, nei trasporti, nelle comunicazioni, nell’alimentazione contrariamente ai rapporti più civili tra i sessi il cui conseguimento sembra ancora di difficile conseguimento.

Sanremo è da sempre lo specchio della nostra bella Italia nel mondo intero. Sanremo è la Festa della musica italiana, della poesia, dell’innovazione, della modernità, vanto di tutti gli italiani, compresi quelli che risiedono all’estero e aspettano trepidanti la messa in onda del programma in diretta mondiale, per potersi sentire più vicini ai loro connazionali, anche se distanti migliaia e migliaia di chilometri.

Pertanto, l’esibizione e la partecipazione alla gara di un o una cantante i cui testi offendono la donna, non è accettabile nel rispetto di tutte le donne, nel rispetto del nostro Paese che promuove continuamente la difesa della donna. È impensabile che per essere al centro dell’attenzione, bisogna superare il limite della decenza e mancare di rispetto usando parole talmente terribili da offendere e ferire l’animo umano.

Il mezzo mediatico non può essere usato per valorizzare e pubblicizzare cantanti di dubbio comportamento morale e etico. Il mezzo mediatico deve essere uno strumento che elevi la morale e promuova la cultura e l’educazione di ogni cittadino, senza dimenticare che tanti e tanti bambini guardano i programmi televisivi, spesso da soli e non hanno il potere pensante di scegliere quali sia il programma più adatto alla loro giovane età.

Chiediamo, pertanto, una maggiore attenzione e cura di quanto viene trasmesso dai numerosi mezzi di comunicazione.

Purtroppo, esiste il problema della diffusione della cultura della violenza attraverso i mass media, strumenti molto influenti in Italia come in tutto il mondo. Per questo è dovere di ogni adulto educarci ed educare le generazioni più giovani, ad un uso avveduto e consapevolmente appropriato della parola e dell’immagine. Le parole hanno un potere, un valore, le parole trasformano, guariscono ma anche feriscono e esiste l’incapacità al suo utilizzo essenziale e l’inconsapevolezza della forza che possiede.

Esiste, oltre alle nostre leggi sovrane e internazionali, una direttiva dell’Unione Europea che raccomanda fortemente agli Stati membri di avviare dei percorsi di media educational, una materia che è obbligatoria in molti paesi d’Europa.

Anche il nostro Santo Padre, Papa Francesco I ha detto che un popolo viene giudicato da come tratta gli indifesi, gli ultimi e le donne.

Manifestare il dissenso non è la soluzione che potrà cambierà questo fenomeno in breve tempo, inoltre non è sufficiente una legge per salvaguardare e valorizzare il sesso femminile, trattare questi casi come casi a parte non aiuta ad educare.

Per educare ci vuole coraggio, amore, passione e impegno, iniziando dalla Famiglia, dalla Scuola e da tutti gli educatori, impegnati anche nello sport e, in generale, nell’ambito ricreativo, e da tutti i mezzi di comunicazione proprio in virtù del fatto che chi maltratta una donna, ripudia, disconosce e sconfessa le proprie radici, le radici della Vita.

La violenza è violenza che essa sia fisica o psicologica, verbale e non verbale, manifesta o strisciante e silenziosa. Il silenzio di fronte a questi fatti è violenza.

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