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Stupro al pub, i due ventenni chiedono una pena più bassa

Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci pronti a ricorrere in Appello contro le condanne a 3 anni e 2 anni e 10 mesi di reclusione

Stupro all’Old Manners Tavern, Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci chiedono una pena più bassa.

I due ventenni, accusati di aver violentato e filmato una 37enne viterbese lo scorso 12 aprile all’interno del pub di piazza Sallupara, sono pronti a ricorrere in Appello contro la sentenza che li ha condannati in primo grado a tre anni e due anni e dieci mesi di reclusione.

Così, a distanza di 43 giorni dal deposito delle motivazioni a firma del giudice Elisabetta Massini, i due ex militanti di Casapound chiedono che la condanna a loro carico venga ridimensionata. Alla base del ricorso, presentato dagli avvocati Giovanni Labate, Marco Valerio Mazzatosta e Domenico Gorziglia, ci sarebbe lo sconto di pena ottenuto dai due imputati: il giudice, riconosciute le attenuanti generiche, avrebbe dovuto concedere loro una maggiore riduzione della condanna, che, al momento, sarebbe ben al di sotto del terzo previsto.

Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci sono finiti in carcere a fine aprile con l’accusa di violenza sessuale di gruppo e lesioni, a seguito della denuncia sporta dalla donna; solo il 13 settembre sono riusciti ad ottenere gli arresti domiciliari su parere favorevole anche del pubblico ministero Michele Adragna.

Secondo quanto ricostruito dal giudice nelle 30 pagine di sentenza depositate il 28 novembre, la 37enne avrebbe conosciuto Chiricozzi e Licci la sera dell’11 aprile all’interno di una nota pizzeria di via Genova, dove sarebbe arrivata in ”cerca di compagnia”. Poi, quando il locale stava per chiudere, li avrebbe seguiti volontariamente nel pub ”per proseguire la serata insieme” e ”continuare a bere gratis”. Ed è qui che, stordita da un mix di alcol e farmaci assunti in precedenza, sarebbe stata abusata. E anche quando ”non era più in condizioni di fornire loro un consenso” i due ventenni ”hanno continuato a fare ciò che pareva loro, in totale dispregio della persona che avevano davanti”. Filmandola e fotografandola con i loro cellulari, per poi cancellare ogni traccia dei file all’indomani della violenza.

Lo scorso 15 novembre sono stati condannati a 5 anni e 10 mesi di reclusione, ora la parola passa ai giudice della Corte d’Appello.

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