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Andreani: ”Un azzardo ricominciare”

Ieri la decisione: si torna in campo. Ma la Viterbese resta a guardare

”Giocare o non giocare? Questo è il problema”, il calcio si è diviso e i tifosi aspettano la decisione riguardo il futuro del pallone. Il pubblico reclama, ma gli staff sanitari non sono particolarmente d’accordo riguardo le scelte fatte fino a questo momento. Anche in casa gialloblù non c’è grande entusiasmo. La Viterbese, con la decisione presa ieri, sarebbe esclusa da ogni gioco perché fuori dalla zona play off. Ma ”Chi vive di calcio nutre la speranza”, ha affermato il dottor Delio Andreani, medico dei leoni.

”E’ un azzardo ricominciare. – ha continuato Andreani – Le condizioni fisiche dei giocatori, inoltre, non sono quelle di prima. I calciatori non sono mai stati fermi per tre mesi e si rischia un aumento degli infortuni. Senza parlare poi del fatto di un calendario di partite ravvicinate. A mio avviso ci vorrebbe almeno un mese di preparazione”.

Per la Viterbese tutto è iniziato a marzo, in occasione del derby perso con il Rieti. Porte chiuse e controlli all’ingresso per le 220 persone che hanno effettuato l’accesso al Rocchi. Il suo pensiero è quello della maggior parte delle persone: ”Eravamo nel vivo della pandemia e da lunedì sera è iniziato il lockdown. Da medico, quella partita, avrei preferito non giocarla”.

Da quella partita sono passati 3 mesi: ”Siamo a giugno e ancora discutiamo del futuro del calcio, perché’ non c’è stata una decisione chiara. Io credo sia una forzatura ricominciare a giocare, ma ovviamente non ho voce in capitolo. Di fronte a un evento con così tanti lutti non è un bello spettacolo ciò che sta accadendo. Noi come Viterbese siamo alla finestra dopo la partita, persa con il Rieti”.

Riprendere, inoltre, prevede dei costi da affrontare: ”Ci sono protocolli validati dal CTS da rispettare. Serve personale per portare avanti un fine campionato fatto a colpi di tampone, poiché vanno ripetuti ogni 4 giorni e i test sierologici ogni due settimane. Per non parlare del caso in cui un tesserato risultasse positivo: i tempi si accorcerebbero ulteriormente e ci sarebbe l’isolamento fiduciario dell’intero gruppo squadra”.

Poi la conclusione: ”Nel caso ci fosse la possibilità per la Viterbese di entrare nei play off, spetta al Presidente la decisione finale. Ma ovviamente in caso di scelta positiva ci vorrebbe unione per affrontare la questione e rispettare i protocolli. Come si dice a Viterbo, dovremmo essere tutti d’un sentimento. Ognuno dovrebbe fare la sua parte e ovviamente ci sarebbero da tenere presente i costi per sanificare gli ambienti e la messa in sicurezza delle strutture”.

A questo punto il dubbio iniziale cambia: ”Giocare o non giocare? Cosa conviene?”

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